Napoli e la Champions, una storia d’amore ancora da scrivere

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Nella sua lunga storia il Napoli ha disputato tutte le competizioni europee, ma è inevitabile che parlando di partecipazioni continentali nessuna supera il fascino della coppa regina. La Champions League trasmette sempre emozioni e momenti ineguagliabili nella carriera di un calciatore quanto nelle menti dei tifosi. E queste emozioni, Napoli e i napoletani hanno avuto il piacere di provarle per ben tre volte. Dal debutto assoluto nella stagione 1987-88 negli anni d‘oro di Maradona al ritorno, in quella che nel frattempo da Coppa dei Campioni ha preso il nome di Champions League, con il trio delle meraviglie Hamsik-Cavani-Lavezzi.

LA PRIMA VOLTALa prima volta non si scorda mai. Ancora di più se il debutto assoluto in Coppa dei Campioni per il Napoli è nello stadio peggiore possibile. Sarà anche vuoto per squalifica, ma il Santiago Bernabeu mette sempre paura. Anche al Ma-Gi-Co Napoli. Risultato finale 2-0 per il Real con i gol di Michel e autogol di De Napoli, ma il Napoli sogna il pareggio, frustrato dall’imprecisione di Giordano e dal palo colpito da Renica. Al ritorno ci sono 83.827 spettatori paganti. Un primato secondo solo a Napoli-Perugia del 1979. Francini illude una città. Careca fallisce tre occasioni d‘oro prima del pareggio di Butragueño.

STAGIONE 1990-1991 – ll Napoli ritrova la Coppa dalle grandi orecchie due anni più tardi contro una nobile decaduta del calcio europeo, l’Ujpest. Il vento di libertà ha condizionato il futuro del calcio danubiano, e il Napoli passa con un 5-0 complessivo (3-0 all‘andata, 2-0 al ritorno in Ungheria). Al San Paolo, Maradona gioca una partita sontuosa, segnando due gol stratosferici su assist di Careca. Eppure non si era allenato in settimana per l’infortunio cronico alla schiena che si porta dietro dai tempi delle giovanili dell’Argentinos Juniors e fino a dieci minuti prima non sembrava nemmeno in grado di camminare. Scese in campo solo grazie a un massaggio del dottor Oliva e diede spettacolo per tutto il match. Ma a Mosca, sul campo innevato dello Spartak, dove è arrivato in extremis per le note vicende, Bigon prima decide di tenerlo in panchina poi lo manda in campo a meta ripresa. La partita si conclude ai rigori: il Pibe de Oro segna il suo, Baroni no e il Napoli esce dalla Coppa. E’ il canto del cigno per il Napoli degli anni d‘oro e per Maradona.

RITORNO TBA LE GRANDI – 21 anni. Questo il tempo che il popolo azzurro ha dovuto attendere per emozionarsi al suono della colonna sonora della massima competizione continentale. Il ritorno in Champions regala agli azzurri un girone di ferro con l’urna di Nyon che riserva a Cavani e compagni la corazzata Bayern Monaco. il Manchester City di Mancini e il sottomarino giallo Villarreal. Ma a volte si sa, le motivazioni sono capaci di ribaltare ogni scontato pronostico e regalare delle belle soddisfazioni. E di soddisfazioni il Napoli se ne è tolte tante, fermando al debutto il City degli sceicchi per poi batterli addirittura nel ritorno. Ma non sono le uniche perché al San Paolo il Napoli riesce addirittura a bloccare i campioni tedeschi e a battere per 2-0 il Villarreal nel girone di qualificazione prima della notte dei sogni nell’andata degli ottavi contno il Chelsea. Un netto 3-1 agli uomini di Villas Boas che non basta comunque per agguantare i quarti. Allo Stamford Bridge il Napoli perde 4-1. Il Chelsea cambia allenatore e cambia anche la storia con gli azzurri fuori e i Blues che finiscono per eliminare il Barcellona e alzare la Coppa contro il Bayern.

FONTE: Il Corriere dello Sport – Edizione Campania

 

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