Napoli – Genoa, per la storia, un gemellaggio e per strambe coincidenze

Nap GenNapoli – Genoa è gara marinaresca. Se ci fosse un romanzo a rappresentarla, avrebbe le righe sagge e disperate di un narratore dell’Ottocento.

E sì, perché Napoli e Genova, un tempo, sono state le città cardini di quella grande manovra storica che volle l’unità di un’Italia che non esisteva, capovolgendo le sorti economiche di quelle che erano due distinte regioni di progresso, lontane, ma molto vicine, per culture e per somiglianze.

L’Ansaldo si spostava di luogo e le coste liguri si preparavano a fare da glorioso viatico alla nascita del pallone, grazie agli inglesi, e punto di riferimento della navigazione mediterranea. Napoli? La città di Partenope aveva fatto scuola, laddove decine di navi erano state costruite per solcare i mari di mezzo mondo. Poi, l’Italia e l’Europa sono cambiate, e con esse tutto il resto, compreso il pallone nei secoli addietro introdotto dai marinai inglesi e bene accolto dalla Genova memore d’essere stata Repubblica marinara.

Nella “modernità”, diciamo anche per fortuna, Napoli e Genova non l’hanno del tutto dimenticata, la loro appartenenza ai luoghi del mare, con tutte le umane e stravaganti furberie che la categoria ha sempre comportato. Allora, bene fecero, un giorno, nel lontano 16 maggio del 1982, Napoli e Genoa, a dar vita a un gemellaggio, ancora oggi in corso, tra i più lunghi della storia del calcio. Come? Mandando il Milan in serie B.

In quella domenica della più celebre Napoli – Genoa, i partenopei erano in vantaggio per 2 a1, quando, a pochi minuti dalla fine, Faccenda pareggiò, grazie a un calcio d’angolo regalato da Castellini, portiere azzurro in vena di “gesti generosi”. Il 2 a 2 regalò l’Europa al Napoli e la salvezza ai rossoblu, a danno del Milan, spedito in serie B proprio grazie a quel pari scaturito da un accordo tacito e maramaldo, alla maniera marinaresca.

Da allora, i tifosi di Napoli e Genoa non perdono occasione per dichiararsi stima e amicizia, attraverso un gemellaggio spesso caratterizzato da coreografie e cori di reciproco sostegno.

Solo una volta, nella stagione 2007\2008, il giudice Tosel, “uomo sensibile” a certe dinamiche, pensò bene, a causa del lancio di una bottiglietta vuota di yogurt durante Napoli – Livorno, di chiudere per una giornata il San Paolo, facendo giocare a porte chiuse la partita più “gemellata” d’Italia, in contraddizione a tutta una serie di provvedimenti molto più teneri successivamente presi per casi molto più gravi.

In quella domenica, fu 2 a 1 per i genoani, conquistato proprio negli ultimi minuti, in un clima molto diverso dai Napoli – Genoa abituali e da quella partita, del 16 maggio 1982, quando due squadre, senza nemmeno così tanto imbarazzo, scelsero di essere amiche per un minuto, consegnando a due tifoserie il gusto di un’amicizia.

Domenica al San Paolo c’è proprio Napoli – Genoa. I partenopei giocheranno per l’Europa nobiliare della Champions, e il Genoa per la salvezza. Ma stavolta, non sono ammessi accordi e pareggi. Alla finestra, ad aspettare, c’è proprio il Milan. Quando si dice “l’ironia della sorte”. E si sa, napoletani e genovesi, di ironia, ne hanno da vendere. La vicende marinaresche insegnano.

 

Sebastiano Di Paolo

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