Le partite memorabili, Quei Napoli – Atalanta dell’ultimo minuto

GiacTempi diversi, anche se così vicini, in quegli anni separati dal Napoli degli scudetti e da quello reduce dall’addio forzato di Maradona. Fine anni ’80 e inizio anni ’90. Due periodi attaccati, ma che nel mezzo sistemarono un divario di condizioni.

Eppure, quelle due gare, entrambe alla prima giornata di campionato, regalarono due gioie insperate, una passando per l’incredulità di un goal segnato da un giovane calciatore sconosciuto, Giacchetta, che, nella stagione 1988\89, inaugurò il campionato azzurro segnando all’ultimo minuto la rete che diede al Napoli due punti raggiunti nella maniera più clamorosa possibile (allora erano due punti), un’altra, campionato 1991\92, con la punizione capolavoro di Gianfranco Zola, erede imbarazzato di quel trono impareggiabile che era stato del Pibe de oro

 

Prima di serie A del campionato 89\89. Al San Paolo il Napoli ospita l’Atalanta. I bergamaschi, per tradizione, avevano sempre riservato prestazioni grintose contro il Napoli di Maradona. Quella domenica, la tradizione fu rispettata, con i nerazzurri agguerriti nel difendere un prezioso pareggio contro la compagnia partenopea, molto al di sotto delle consuete prestazioni, in quella calda domenica di fine estate.

Quando lo 0 a 0 sembra ormai profilarsi come risultato finale, di un incontro anche abbastanza noioso, un certo Giacchetta spunta nel bel mezzo dell’area di rigore, raccogliendo di testa un tiro di Maradona deviato da un difensore. Il pallone, colpito dal giovane attaccante napoletano, accarezza la rete e fa da detonazione alla gioia del San Paolo. Un esordiente a tutti sconosciuto, si toglie lo sfizio di far esplodere uno stadio abituato a esultare ai goal di Maradona e Careca, infrangendo il muro difensivo atalantino, in piedi per tutti i 90 minuti.

 

 

Stagione 1991\992, prima giornata di serie A. Il Napoli attende l’Atalanta al San Paolo. È il Napoli del dopo Maradona, quello di una squadra che ha conservato molti dei suoi calciatori migliori, ma che sa di dover affrontare la sollecitazione psicologica dovuta alla mancanza, dopo sette anni, dell’uomo che aveva cambiato la storia degli azzurri.

Al suo posto, gioca il già amatissimo Gianfranco Zola, numero 10 sardo che non ha mai fatto mistero del suo grande affetto per Diego, maestro e punto di riferimento privilegiato, durante i primi tempi di Zola col Napoli. E non solo.

Arriva la solita Atalanta, molto simile, sul piano dell’atteggiamento tattico, a quella vista pochi anni prima, caduta grazie al goal dell’ormai quasi dimenticato di Giacchetta.

La partita vede il Napoli cercare spesso la via della rete, ma senza riuscire a trovare le soluzioni per portarsi in vantaggio. A cinque minuti dalla fine, Zola calcia una punizione dal limite dell’area. La palla è posizionata all’altezza dello spigolo destro tra la lunetta e la linea di demarcazione dell’area. Il talento sardo fa girare il pallone con una traiettoria tesa e precisa, che piazza la sfera nel sette, facendola prima sbattere sul palo alla destra del portiere e poi insaccandola dentro la rete atalantina. Il portiere nerazzurro non accenna neanche all’intervento.

Anche stavolta, la resistenza bergamasca si arrende all’ennesimo colpo a sorpresa di un Napoli di vertice, ma non di quel vertice assoluto che con Maradona era stato scudetto.

Il Napoli di Zola fu l’inizio di un periodo lungo e complicato, dei calciatori venduti e di un progressivo indebolimento della rosa. Ma quei Napoli – Atalanta, entrambi di inizio stagione, anche se con stati d’animo differenti, seppero rispettare l’entusiasmo di uno stadio che non voleva smettere di essere pieno. Certe partite, a volte, sembrano ripetere lo stesso copione. Se questo fa ridere o immalinconire, non dipende sempre dal risultato.

 

Sebastiano Di Paolo

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