Al Milan non riesce la grande impresa. Messi e compagni calano il poker vincente. Ai quarti anche il Galatasaray, corsaro in Germania

champions-league-logoAlla fine dei giochi, la tento decantata “remuntada” blaugrana è arrivata, cinica ed impietosa, contro un Milan forse troppo sicuro di avere la qualificazione quasi assicurata dopo il 2-0 di San Siro. Così non è stato e la furia di Messi e compagni non ha esitato a scagliarsi contro la difesa rossonera costretta già al resoconto dei danni dopo cinque giri di orologio, quando Messi riceve Xavi e scarica il sinistro sotto l’incrocio dei pali, alla destra dell’immobile Abbiati. 

La paura cresce di minuto in minuto, e la sensazione è che il Milan non riesca ad uscire dall’incalzare del Barcelona sempre più proteso alla ricerca del secondo gol, che allungherebbe la contesa ai supplementari. Abbiati salva su Iniesta, poi Messi prima e successivamente Xavi difettano in precisione.

Sembra un copione già scritto, quello che prevede il raddoppio catalano al termine di un infinito monologo, ma il qualification-point ce l’ha incredibilmente il Milan, ma i sogni di gloria (e di quarti di finale) si infrangono sul palo alla destra di Valdes, sul diagonale di Niang, lanciato a rete dall’errore di Mascherano. Poteva essere l’inaspettato “The End”, al termine di un film noioso con un finale a sorpresa, ma che si trasforma, solo un giro di orologio più tardi, nella solita solfa.

Come la più famosa legge non scritta del calcio recita: “Gol mancato, gol subito”, ecco che Leo Messi non si lascia sfuggire l’occasione per infliggere il secondo dispiacere al Milan, sottoforma di sinistro dal limite che Abbiati vede partire troppo tardi per il 2-0, con cui i catalani vanno al riposo.

La ripresa attende un Milan sicuramente più aggressivo e propositivo, ma anche un Barcelona desideroso di segnare la terza marcatura, quella che consentirebbe a Villanova e soci di staccare il biglietto per i quarti senza passare per il Check-in dei supplementari. Teoremi che trovano conferme nella ripresa, con i rossoneri sicuramente (e giocoforza) più propositivi ma che solo in poche circostanze si affacciano verso Valdes, mentre il Barca attende sornione, nell’attesa del varco propizio, che si rivela al minuto numero 55, quando Villa, imbeccato da Xavi, scarica il pallone per la terza volta alle spalle di Abbiati, per la gioia dei 100.000 del Camp Nou.

Per il Milan è durissima, trovandosi adesso negli scomodi panni di chi deve inseguire. Allegri punta tutto su Robinho e Bojan, mentre Villanova puntella la difesa con Puyol e arricchisce l’attacco con Sanchez al posto di un affaticato, ma felice, David Villa.
La partita ed i minuti scorrono ed il Barca sembra avere le redini del gioco mentre i rossoneri spendono gli ultimi residui di energia per l’assalto finale che non porta ed effetti desiderati.

Anzi, a tempo scaduto, c’è il sigillo finale alla gara ed alla qualificazione, per mano di Jordi Alba, che nella più classica delle azioni di contropiede, fulmina Abbiati e cala il poker definitivo che sancisce la qualificazione del Barcelona e l’eliminazione del Milan che, almeno per 90 minuti, aveva creduto,  forse troppo, in una Barca svuotato e giunto ormai alla fine di un ciclo. Purtroppo, non è stato così.

A tenere compagnia il Barcelona, c’è il sorprendente Galatasaray che sbanca la Veltins Arena e si accomoda al tavolo delle grandi 8 d’Europa, vincendo per 3-2 con le reti di Hamit Altintop (37′), Yilmaz (42′) e Bulut (95′), a fronte delle reti di Neustadter (18′) e Bastos (63′), per un quadro degli quarti che assume sempre più consistenza e che si completerà con le gare di domani tra Bayern ed Arsenal, a Malaga e Porto.

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