Chievo v Napoli 2-0, le pagelle

Napoli-ChievoSerie A TIM 2012-2013
28a Giornata
Stadio Marc’Antonio Bentegodi, Verona
CHIEVO v NAPOLI 2-0

Le pagelle

DE SANCTIS 5,5 – Manca di reattività sulle due segnature clivensi. Premessa la bellezza del gesto tecnico di Dramè, è inconcepibile prendere gol da circa 35 metri in quella maniera. Il nostro non riesce poi a contenere il destro, potente sicuramente ma non irresistibile, di Thereau. Incerto anche in altre circostanze.

 

CAMPAGNARO 6 – Ci mette l’impegno e la generosità che lo sta contraddistinguendo in queste ultime gare, ma la difesa fatica tremendamente e tenersi ben salda ed ermeticamente chiusa agli attacchi del Chievo. Dalle sue parti, ad onor del vero, si passa poco; Paloschi e soprattutto Threreau trovano terreno fertile su altri versanti.

 

ROLANDO 5,5 – Di testa sa farsi valere, staccando spesso su azioni di calcio da fermo. I problemi emergono quando Thereau attacca la profondità cercando e trovando spazio tra lui e Gamberini. Sicuramente una prestazione non disastrosa, ma si nota palesemente la tensione che attanaglia anche il portoghese, sebbene alla sua prima da titolare in campionato.

 

GAMBERINI 4,5 – La sua gara dura solo un tempo, ma è un lasso purtroppo necessario a Thereau a fare sconquassi nella sua zona di competenza. Salta, infatti, completamente la marcatura in occasione del raddoppio, ma anche in precedenza l’attaccante francese ruba tempo e spazio per rendersi pericolosissimo.

 

MAGGIO 4,5 – Prestazione assolutamente insapore, senza alcuno spunto di rilevanza. Dramè, gol a prescindere, non gli lascia mai spazio per potere affondare ma anzi è spesso lui a proporsi con costanza costringendo il vicentino a rimanere inchiodato sulla linea dei terzini. Anvche con Jokic in campo, suo nuovo “specchio”, lo scenario non cambia.

 

BEHRAMI 5 – Se anche lo svizzero da battaglia va fuori giri, allora è davvero crisi nera. Prestazione sottotono soprattutto dal punto di vista dinamico, troppe volte preso in mezzo dai centrocampisti clivensi e costretto a girare a vuoto, anche se mal supportato dai suoi compagni di reparto. Perde il suo duello contro Hatemaj, sebbene quest’ultimo non giochi la sua miglior partita, ma per questo pomeriggio era abbastanza.

 

INLER 4 – Anche sforzandosi, davvero risulta impossibile trovare qualcosa di buono nella partita dello svizzero. Dovrebbe dare il ritmo del gioco alla squadra, ma ne è assolutamente incapace, sbagliando in maniera sesquipedale passaggi e suggerimenti, a prescindere dalla distanza del passaggio da eseguire ed è  gravissimo per chi dovrebbe ottemperare ai doveri di regista. Fatica anche in fase di contenimento, insufficiente sia nel dare una mano al povero Behrami che nel prendersi l’onere di correre dietro l’avversario di turno per recuperare palloni utili.

 

ZUNIGA 5 – Frey prepara il terreno, Thereau  lavora alle sue spalle, infilandosi negli spazi lasciati liberi dal colombiano che, stranamente, si fa risucchiare più volte all’interno del campo. Di discese sull’out sinistro nemmeno l’ombra, ma almeno prova la fortuna con un destro dalla distanza, ma della sua partita non rimane altro. Ed è davvero poca roba.

 

HAMSIK 5 – Nel primo tempo ci prova, o almeno ci tenta, ma i mastini con cui Corini ha allestito il suo centrocampo da battaglia lo mette in particolare sofferenza, impedendogli di esprimersi al meglio delle sue potenzialità. Gioca la prima frazione da mezzapunta, il secondo da interno sinistro, ma il risultato è tradotto con un misero “zero” alla voce pericoli creati. Non era la sua partita.

 

INSIGNE 5,5 – Anche lui parte carico di buoni intenzioni, lasciato più libero di creare gioco tra le due linee del Chievo. Prova a simulare la prodezza di Dramè, ma la fortuna non gioca in maglia azzurra. Poi solo qualche spunto isolato fino alla totale estraniazione dalla gara, a seguito del marasma generato dal vortice di sostituzioni orchestrato da Mazzarri.

 

CAVANI 4,5 – Puggioni ci mette la sua porzione di bravura, ma dal Matador ci si aspetta decisamente molto di più. Il rigore sbagliato è stato calciato davvero male dal numero 7; troppo poco angolato, troppo poco potente, troppo poco convincente. Ma rigore a parte, avrebbe potuto segnare anche in altre circostanze, che il miglior Cavani non avrebbe mancato. Nervoso all’inverosimile, cade nuovamente nella trappola della provocazione, dando un colpo a Cesar, ma l’arbitro non prende provvedimenti. E’ stanchissimo e meriterebbe il giusto riposo.

DZEMAILI 5 – Si presenta con un’ammonizione rimediata dopo pochi minuti ed è praticamente l’unica circostanza che lo vede protagonista. Stazione, nel vero senso del termine, sull’interno destro del centrocampo azzurro, comparendo solo a sprazzi ed uscendo dalla partita in maniera repentina.

 

PANDEV 5 –  Il suo ingresso non aggiunge e non toglie (ed era difficile) nulla alla manovra d’attacco azzurra, basata essenzialmente su un deciso concentrato di confusione generale, scenario poco gradito al macedone che si vede davvero poco e male.

 

ARMERO 5,5. – Ingresso tatticamente incomprensibile, ed anche ingiudicabile se non fosse per qualche abbozzo di traversone  gettato nella mischia. Lo stato di forma è nettamente superiore a quello di Zuniga, ma le gerarchie imposte da Mazzarri lo vogliono ancora come suo supplente, e chissà perchè.

 

 

MAZZARRI 4 – Il Napoli spegne a Verona le sue residue speranza Scudetto e lo fa nella maniera meno decorosa. La squadra proposta è apparsa scialba, confusionaria, disordinata e, più grave di tutte le altre componenti, priva di nerbo e personalità, ingredienti una volta basilari nelle squadre allenate dal mister livornese, il quale non riesce a riportare in porto la nave alla deriva, attuando cambi che hanno apportato pochissime migliorie alla squadra. Inspiegabile inoltre, l’ostracismo verso Calaiò, al posto di un ormai esausto Cavani.
Si punta adesso a tenere almeno la seconda piazza, sarà impresa davvero dura contenere gli attacchi del Milan, in attesa dello scontro diretto del Meazza che, a questo punto, dirà se la stagione del Napoli può definirsi fallimentare o meno.

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