Napoli vs Juventus, storia di una sfida infinita dai mille ricordi. Da Diego a Cavani, quante soddisfazioni contro “Madama”!

imagesIl big-match del San Paolo è finalmente alle porte ed una sfogliata nel’album dei ricordi è sempre bello, soprattutto quando si parla di Napoli v Juventus, la “gara” per eccellenza per il pubblico napoletano. L’unica partita, se vittoriosa, capace da sola di cancellare anche un’annata disastrosa. Nella speranza che  quella di venerdì possa rappresentare un’ulteriore pagina di memorabile storia calcistica partenopea. Facciamo omaggio, pertanto, ai nostri lettori delle cinque gare, tra Napoli e Juventus che per vari motivi, meritano un posto rilevante nella storia della loro faida infinita, passando dai fuoriclasse di un tempo ai campioni dei giorni nostri. Buona lettura e visione!

#5 – Stagione 2007-2008
NAPOLI v JUVENTUS 3-1
Strano a dirsi ma è pura verità: è il primo Napoli v Juventus da entrambe neo-promosse in Serie A. Il Napoli al primo anno di A dall’era De Laurentiis contro una Juventus dilaniata da Calciopoli ma desiderosa di tornare velocemente ai vertici della classifica, compito che Ranieri sembra espletare al meglio. Ma a Napoli la Juventus in una pesante doccia fredda, storia della 9a giornata di Serie A, in una gara che vede prevalere gli azzurri di Reja per 3-1. Una partita che lascia numerosi strascichi polemici per i due calci di rigore assegnati dall’arbitro Bergonzi a favore del Napoli, quando si era sul risultato di 1-1, grazie alle reti di Del Piero e Gargano. Prima il fallo di Chiellini su Lavezzi e poi quello di Buffon su Zalayeta portano Domizzi alle conclusioni dal dischetto che il difensore romano non fallisce, regalando il 3-1 con cui il Napoli porta a casa una vittoria preziosissima in chiave classifica e la soddisfazione di battere gli acerrimi rivali dopo tempo immemore.

#4 – Stagione 2010-2011
NAPOLI v JUVENTUS 3-0
La partita dei sogni, soprattutto per Edinson Cavani, protagonista indiscusso della serata che lo consacra come centravanti di livello internazionale. La sua tripletta stronca qualsiasi velleità bianconera e regala la gioia più grande ai circa 70.000 che popolano il San Paolo, desiderosi di allungare le feste natalizie appena trascorse. La 19a di Serie A si chiude all’ insegna della straripante potenza del Matador, capace di finalizzare al meglio qualsiasi pallone giungesse in area di rigore.  Basta solo un tempo, al numero 7 azzurro, per inchiodare Buffon, e l’intera difesa bianconera, con due colpi di testa praticamente uguali nella loro esecuzione, premiando al meglio prima un cross di Maggio, poi uno di Dossena. La ciliegina sulla torta nella ripresa, con un tuffo di testa sull’assist di Hamsik, che non chiedeva altro di essere spinto in rete. Juventus tramortita, Napoli in Paradiso, Cavani il suo profeta.

#3 – Stagione 1989-1990
NAPOLI v JUVENTUS 3-1
E’ un Napoli che, dopo aver guidato a lungo la classifica, deve rincorrere il Milan di Sacchi. Nel frattempo gli azzurri ricevono in casa l’ostile Juventus, in una gara in cui Maradona e compagni si giocano una fetta davvero enorme di Scudetto. Per fortuna, Diego non tradisce le attese e gioca una delle sue migliori partite della stagione, caricandosi il peso della squadra sulle spalle e trascinandola alla vittoria per 3-1. “El Pibe” porta avanti gli azzurri sul 2-0 firmando la sua doppietta personale, prima con una rete che lo vede nell’ insolita veste di centravanti, ma la sua girata nel cuore dell’area juventina è repentina e Tacconi è battuto.
Stesso esito, per il portierone ex-Avellino, sulla punizione dai trenta metri del fuoriclasse argentino; il pallone si infila a mezz’altezza alla sua destra, nonostante gli sforzi profusi nel collocare al meglio la barriera per evitare il peggio.
Della Juventus non c’è traccia se non nel secondo tempo, quando De Agostini trasforma il rigore che accorcia temporaneamente le distanze, ma per la squadra di Zoff è solo un contentino in una gara ombrosa nel soleggiato pomeriggio napoletano.  Infatti poco più tardi, il calcio d’angolo di Maradona diventa una carambola velenosa che Francini traduce nel 3-1 definitivo.
Il Milan è di nuovo nel mirino ed il sogno dello Scudetto-bis rimane ancora vivo, soprattutto con un Maradona in forma mondiale.

#2 – Stagione 1986-1987
NAPOLI v JUVENTUS 2-1
La stagione del primo ed indimenticabile scudetto azzurro, e la vittoria sui bianconeri, datata 24sima giornata, ne fu il passaggio di consegne. Era Maradona contro Platini, l’armata bianconera contro il “nuovo che avanza” partenopeo, che segnerà una rivoluzione del calcio italiano ed una rivisitazione delle gerarchie calcistiche del paese; il tricolore scendevano per la prima volta al di sotto di Roma e Napoli divenne “capitale” del calcio.
Nulla sarebbe successo se, però, il Napoli  non avesse battuto la “Signora” davanti agli 80.000 del San Paolo e paradossalmente ciò non avvenne grazie ai mostri sacri del trio Ma-Gi-Ca, ma a due “gregari” dai quali il Napoli non avrebbe mai potuto prescindere.
Fu infatti la sassata di Renica, su punizione, a piegare le mani a Tacconi e portare il Napoli in vantaggio, come fu altrettanto vitale il tap-in vincente di Ciccio Romano, nel riportare il Napoli in vantaggio dopo il temporaneo pareggio di Serena.
Se dopo la gara d’andata di Torino, qualcuno ancora aveva dubbi sulla potenzialità di questa squadra, Nessuno più oso dubitare di tale bontà dopo la gara del San Paolo. “Le Roi” Platini stava per abdicare, “Re Diego” era pronto a salire sul trono.

http://www.youtube.com/watch?v=XmgaZ-mnRb4

#1 – Stagione 1985-1986
NAPOLI v JUVENTUS 1-0
Per riuscire a trovare qualcosa di meglio di un Napoli v Juventus che valse uno Scudetto, c’era bisogno di qualcosa di sensazionale, di un episodio davvero leggendario, di qualcosa che rimane scolpito nella memoria come su una roccia. Diego Armando Maradona ci riuscì con un colpo da biliardo, che ancora oggi non trova spiegazioni per la sua sublime esecuzione.
Era la nona giornata di campionato, ma per molti è un dettaglio di scarsa rilevanza rispetto al ricordo di quella strabiliante punizione che decise la gara.  Il minuto era il numero 72 e gli infreddoliti e zuppi d’acqua spettatori del San Paolo furono ripagati dell’intero prezzo del biglietto quando Maradona, su calcio di punizione in due in area, sfidò le leggi della fisica e creò una palombella che scavalcò la barriera e andò a riposarsi, docile, alle spalle dell’incolpevole ed esterrefatto Tacconi.
Gli 80.000 del San Paolo dimenticarono il freddo e la pioggia in un battibaleno e la maggior parte, incredula, si domandò come quel pallone fosse riuscito ad entrare in rete. Noi ce lo chiediamo ancora oggi; grandezza del D10S.

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