Alessandra Barreca,”la giustiziera del Brescia”,si presenta a Spazionapoli

530533_10151454705363793_672521589_nStadio Arturo Collana di Napoli, sabato 9 febbraio, minuto 85: la testa di Alessandra Barreca pennella in rete il gol che consente al Napoli Carpisa Yamamay di stoppare bruscamente i sogni di gloria di un Brescia idealmente già proiettato ad abbandonare il terreno di gioco con i 3 punti in tasca.

Esplode Alessandra, in un urlo di gioia e liberazione, incontenibile gioia e lecita liberazione, contornato dall’euforico abbraccio delle sue compagne ed encomiato dal caloroso applauso del pubblico presente sugli spalti.

E’ arrivato, finalmente, il primo gol in maglia azzurra della promettentissima centrocampista, approdata all’ombra del Vesuvio all’inizio del Campionato:

“Sono contentissima per il gol, è stata un’emozione bellissima.- Ha dichiarato Alessandra Barreca Ho sempre segnato con una certa frequenza in qualsiasi squadra ho militato e il fatto che il gol tardasse ad arrivare quest’anno, lo stavo vivendo come un peso, per questo sono felice di essermi liberata. Sono un pò meno contenta della mia prestazione, poiché non sono entrata subito in partita, sono molto critica come me stessa, perché sono convinta che si può sempre fare meglio.”

Raro, se non quasi improbabile, raccogliere commenti simili, da parte di un calciatore che milita nella massima serie, per giunta allorquando si è reso autore del gol che ha determinato le sorti del match.

Ineccepibile sacrificio, incondizionata abnegazione ed instancabile tenacia.

Questo è la centrocampista Alessandra Barreca, veterana della massima serie di calcio femminile, a dispetto dei suoi 23 anni.

Chi è Alessandra Barreca fuori dal rettangolo verde?

“Una studentessa che frequenta la facoltà di Ingegneria gestionale a Roma, mi mancano 4 esami per conseguire la laurea triennale, sono andata un pò a rilento, ma spero di terminare gli studi entro il mese di luglio. Quindi, mi divido tra Roma e Napoli, tra studio ed allenamenti. Mi piace cantare e suonare la chitarra, mi diverte cucinare, soprattutto i dolci, ma per gli altri, poiché io non sono golosa. Amo la buona compagnia, non mi piacciono gli ambienti caotici, preferisco una cena tra amici ad una serata in discoteca. Mi rendo conto che è strano per una ragazza della mia età, infatti, qualche volta, mi sento un pesce fuor d’acqua, ci sono stata 3 forse 4 volte in discoteca, ma non amo ballare né tanto meno bere, non mi piace la musica assordante, trascorrerei tutta la sera seduta sui divanetti circondata da estranei, quindi mi chiedo: che senso ha? Preferisco stare tranquilla e circondarmi delle persone alle quali voglio bene, sono una persona piuttosto riservata.”

Alessandra è una ragazza che non ha bisogno di riscoprirsi di lustrini e paillettes e di accerchiarsi di mani che stringono un bicchiere di vodka, mentre ondeggiano al ritmo di melodie compulsive, per ricercare la sua felicità.

Alessandra, con la saggezza e la lungimiranza di una donna navigata, ha compreso, bruciando le tappe, ciò che, talvolta, certi uomini e certe donne, nell’arco dell’intera vita, non riescono a rilevare: la vera essenza dell’esistenza, ciò che conferisce significato ed emozione alla quotidianità che, tassello dopo tassello, compone il mosaico della nostra vita.

Alessandra è capace di godere e gioire di quei semplici, ma infinitamente immensi piaceri della vita: il sorriso di un passante, la carezza che nasce dal cuore di chi ti ama, una pizza condivisa con gli amici, l’urlo attraverso il quale conferisce voce alla sua gioia dopo un gol.

Timida riservatezza, primitiva semplicità, affabile cordialità.

Questo è la donna, Alessandra Barreca.

Come nasce, invece, la centrocampista Alessandra Barreca?

“Sono solo nata a Genova, ho vissuto due anni in Calabria, poi mi sono trasferita in Toscana e lì ho iniziato a praticare altri sport, quali la ginnastica artistica e la pallavolo. Quando frequentavo le scuole medie, ho iniziato a giocare a calcio, quasi per caso, grazie al mio insegnante che poi è diventato il mio allenatore, introducendomi nel calcio femminile. Da lì è iniziata la mia trafila: Giovanissimi, Esordienti, Prima squadra e Nazionale.”

Barreca debutta nel calcio professionistico nel campionato 2002-2003, nella squadra delle giovanissime del Firenze.

L’anno successivo, accede alla categoria superiore, giunge la convocazione per la Nazionale Under 20 e timbra due presenze in prima squadra, che, all’epoca, milita nel Campionato di Serie A2.

Dal 2004 al 2006, tra Campionato in Serie A2 e Coppa Italia, colleziona 49 presenze e 14 reti.

Nella primavera del 2005 arriva la prima convocazione nella Nazionale Under 17.

Nell’aprile del 2006, invece, debutta nella Nazionale Under 19 di mister Corradini, nella quale colleziona 18 presenze e 3 gol.

Nel giugno del 2007 arriva la prima convocazione nella Nazionale maggiore con la quale la Barreca partecipa ad un Torneo in Cina.

Dal 2006 al 2008 disputa due Campionati di Serie A e relativa Coppa Italia, marchiando 51 presenze e 14 reti. Nel 2008 passa alla Roma, società con la quale disputa quattro Campionati di Serie A, conquistando 102 presenze e 23 reti.

Nel luglio del 2008 vince l’europeo con l’Under 19 in Francia.

Dal 2012 è una calciatrice del Napoli Carpisa Yamamay.

E’ da due anni che non mi convocano in Nazionale, spero di riconquistare quell’azzurro grazie all’azzurro del Napoli, anche se, ora come ora, credo sia difficile, continuo comunque a crederci e ad impegnarmi. Principalmente, gioco a calcio per star bene con me stessa e con le compagne di squadra, se non dovesse arrivare qualcosa di più, non importa.”

Che clima hai trovato qui a Napoli e quali erano le tue aspettative quando hai scelto il progetto del Carpisa Yamamay?

“Devo dire che qui ho riscontrato un clima ed uno stile di vita molto simile a quello che si respira a Roma. Non ho un carattere molto aperto, quindi, inizialmente, non è stato facile per me ambientarmi, ero nuova, arrivavo a rafforzare un gruppo già consolidato, le mie nuove compagne non mi conoscevano e, per giunta, subentravo al posto di ragazze che erano state mandate via. Conoscevo già Pirone, con la quale avevo giocato in Nazionale e lei mi ha aiutata tanto, poi le ragazze sono molto solari e socievoli e questo ha ulteriormente agevolato il mio innesto nella squadra e nell’ambiente. Per quanto concerne le mie aspettative, con qualsiasi società giochi, il mio obiettivo è sempre quello di far bene per me e per la squadra, vivo partita per partita, dando sempre il massimo, in termini di impegno e voglia di vincere. Penso che la squadra quest’anno sia da quarto, quinto posto, ma non da scudetto. A livello societario, il Napoli mi ha stupita, nel calcio femminile non esistono società così organizzate, tutto è circoscritto alla partita del sabato. Punto. Mentre, qui, esiste un’area marketing che lavora in maniera molto efficiente, curando aspetti che nelle altre realtà del calcio femminile, tendono ad essere tralasciate.”

Qual è, invece, l’aspetto di Napoli città che più ti ha colpita?

“Mi piacciono le persone, solari ed espansive. Credo che in tutte le città del mondo esistano persone buone e cattive, per fortuna, possono dire che ovunque ho vissuto, ho incontrato solo persone buone. Non ho avuto molte opportunità per visitare la città, mi divido tra gli allenamenti e lo studio, ragion per cui mi resta davvero poco tempo libero. Sono stata diverse volte a Mergellina, ho visitato il Castel dell’Ovo, Piazza del Plebiscito, per assurdo, Napoli l’ho visitata di più e meglio da turista, con la mia famiglia, negli anni precedenti, che non adesso che ci vivo in pianta stabile.”

Cosa farai quando non giocherai più a calcio?

“E’ da un paio d’anni che ci penso, credo che mi godrò di più la vita e dedicherò tempo alle cose alle quali l’ho sottratto durante questi anni. Spero di mettere su famiglia, senza dubbio, è una delle cose che mi piacerebbe realizzare nella vita, poiché riuscire a ritagliarti degli spazi per la vita privata in questo ambiente è difficile. Di una cosa sono certa: lo sport ci sarà sempre, perché non potrei vivere senza.”

Cosa vuoi dire ai tifosi che sono ancora restii a seguirvi?

Con la Nazionale italiana ho vinto l’europeo under 19 ed è stato l’unico titolo conquistato dal calcio femminile italiano. Sull’onda dell’entusiasmo, speravamo che il calcio femminile riuscisse a riscuotere un maggior seguito, poiché anche le testate nazionali ci dedicavano spazio, ma poi, anche quello, è stato archiviato come un episodio isolato. Spero possa cambiare qualcosa, poiché negli altri paesi europei e in America è uno sport sempre più seguito, ma è anche vero che altrove regna un’altra mentalità. Alle Olimpiadi di Pechino il calcio femminile è stato lo sport più seguito e ciò fa riflettere. Si fa fatica a comprendere perché non riesce ad attecchire come meriterebbe in Italia.” Eppure, a Napoli il calcio è vissuto in maniera diversa rispetto alle altre città, non solo d’Italia e, personalmente, credo che il cuore dei napoletani sia abbastanza grande da poter amare e sostenere due squadre: “Si, è vero, le persone ci riconoscono, capita che ci fermino per strada e ci dicano: “Voi siete quelle che hanno battuto il Paris Saint Germain!?” piuttosto che al supermercato sotto casa ci chiedano com’è andata la partita e questo ci fa capire che nutrono interesse per la nostra squadra. La speranza è che questa voglia di partecipare alle nostre vicende calcistiche si sviluppi ancora e sempre di più, non solo a Napoli, ma nell’intera Nazione.”

Alessandra Barreca è considerata dalla maggior parte degli addetti ai lavori, un fenomeno dal potenziale ancora inesploso.

Sabato 23 febbraio, stadio Collana, ore 14.30: volete rischiare di perdervi il prossimo urlo di Barreca?

Luciana Esposito

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