Il metodo di Carlo Iuliano e il suo nome nella storia azzurra

CIulianoPer chi il Napoli ha cominciato a seguirlo da bambino, quando era quello di Ferlaino, presidente croce e delizia, della compagine campione d’Italia, che aveva reso giustizia alle imprese sfiorate dal Napoli avanti Diego, beh, non può certo dimenticare quella figura piccola piccola, con l’aria di capoufficio esperto e smaliziato, un po’ da politico della prima repubblica, e, soprattutto, da chi sul suo mestiere la sapeva lunga. Carlo Iuliano, l’indomito folletto della comunicazione azzurra.

Lui, che era nato in una famiglia numerosa dell’hinterland che attornia la Napoli centrale, nella Casoria che affolla l’immaginario metropolitano della Tokyo campana, laddove per raggiungere certi risultati bisogna fare i conti con l’affollamento prima ancora che con le difficoltà di una professione.

Laureatosi in giurisprudenza, Carlo Iuliano entra a far parte della redazione del quotidiano “Roma”. Poi, consapevole della sua perizia, diventa giornalista dell’Ansa, acquisendo qualità ed esperienza sufficienti per distinguersi come tra i migliori giornalisti campani. Ma non è tutto, anzi, non è ancora quello che per Carlo Iuliano è stato più importante, la veste professionale e umana che lo ha condotto per mano nella storia del Calcio Napoli, alla stessa maniera di come lui ha saputo dare voce a quella società capace di far tagliare al Ciuccio i traguardi più inimmaginabili.

Carlo Iuliano, già in giovane età, diventa Capo dell’Ufficio Stampa del Napoli, ricoprendo il ruolo per circa 30 anni, attraversando la storia azzurra da Achille Lauro fino a Ferlaino. Chi lo ha conosciuto, e non sono stati pochi, ha potuto descriverlo come un uomo burbero e rigoroso, vecchia maniera, a tratti capace di mettere soggezione a chiunque l’abbia avvicinato, anche soltanto per chiedere un’intervista, una domanda nelle conferenza stampa.

Faceva così Iuliano, con poche parole era capace di smontare l’ingenua e bonaria spavalderia dei suoi colleghi, facendo capire la delicatezza della loro professione, ma sempre con la serietà di lasciar loro qualcosa, adesso con una battuta, oppure riconoscendo il pieno rispetto a chi aveva di fronte.

Corrado Ferlaino lo ricorda come un uomo dotato di grande capacità diplomatica, oltre che di notevole preparazione professionale. Uno che non si limitava soltanto a fare l’addetto stampa, ma conosceva le alchimie della dirigenza e della mediazione, togliendo spesso e volentieri la società dalle noie e dagli impicci dei rapporti con dirigenti e calciatori.

Carlo Iuliano è stato tra i principali “equilibristi” dell’epoca Maradona. Tutti sanno che avere a che fare con la personalità del Pibe non era cosa facile, ma il dottor Iuliano è sempre riuscito a difendere gli equilibri, conservando un rapporto di stima e amicizia col fuoriclasse argentino. Anche in merito alla faccenda del fisco, Iuliano si è sempre espresso in maniera ponderata, confermando la difficoltà tecnica e burocratica della questione, legata soprattutto ai tempi in cui essa si è consumata.

Pochi anni fa, a Casoria, la sua città natale, su un giornale locale, gli fu dedicato un articolo che lo elogiava al punto di definirlo uno dei grandi personaggi della storia dirigenziale del Napoli. Per fortuna, dalle sue parti, se ne sono ricordati prima che un brutto male se lo portasse via, il dottor Iuliano, esperto giornalista per una vita, dirigente del Napoli per 30 anni e autorevole opinionista nei suoi ultimi anni di passione per lo sport e la carta stampata.

Non è retorica pensare che sia stato un personaggio d’altri tempi, perché rappresentante, in sostanza e in definitiva, di una mentalità votata all’essenza e alla dignità delle cose, senza torti e senza ragioni. Alla maniera napoletana, alla Carlo Iuliano. Poche parole e molti fatti, di quando il Napoli del pallone, sapeva bene come farli, i fatti.

 

Sebastiano Di Paolo

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