Il Napoli che è stato e quello che si vorrebbe

n-33484969Fine d’anno vicina e tempo di bilanci anche per il Napoli. Il 2012 è stato sicuramente un anno intenso, ricco di emozioni forti sia positive che negative.
A campeggiare nella mente e nei cuori di tutti vi sono certamente la doppia sfida con il Chelsea, tra la gioia immensa per la vittoria imponente all’andata e la sconfitta sonora e causa di eliminazione del Napoli dallamassima rassegna europea per club nella gara di ritorno.
Tra i ricordi più dolci vi è sicuramente la notte del 20 maggio all’Olimpico in cui il  Napoli vince il suo primo trofeo dell’era De Laurentiis e il primo dopo l’epoca di Maradona, tra l’altro contro i rivali di sempre della Juventus.
Proprio la Juventus diviene però ricordo amaro per la più grande delusione dell’anno, quella della notte di Pechino dell’11 agosto in cui la vecchia signora si vendica vincendo la Supercoppa Italiana in una sfida difficile in cui il Napoli viene rimontato due volte prima di essere sconfitto nei supplementari.

L’estate è momento difficile anche per il mercato. L’addio di Lavezzi segna la fine di un amore lungo 5 anni e difficile da dimenticare per tutti i tifosi che hanno osannato come pochi altri il “pocho”. Oltre all’argentino va via anche un altro simbolo della ricostruzione azzurra targata De Laurentiis ovvero Walter Gargano. Il mercato vede anche le critiche dei tifosi che oltre alla riconferma di Pandev dall’Inter, gli arrivi di Gamberini e Behrami e il ritorno a casa di Insigne non vedono grandi innesti e grandi miglioramenti della rosa azzurra.

L’inizio di stagione è però spettacolare con il Napoli che tiene testa alla Juventus ogni domenica e vince con le riserve all’esordio in Europa League, notte in cui si sblocca anche uno degli acquisti più gettonati all’arrivo e poi criticati, Eduardo Vargas.

Ma improvvisamente il giocattolo si rompe e il Napoli entra in una piccola crisi di risultati in campionato che le fa perdere terreno, non ultima la pesante sconfitta in casa con il Bologna. Rischia di essere eliminato in Europa League perdendo in modo roboante la seconda e terza gara, ma alla fine riesce a qualificarsi ai sedicesimi, e infine viene eliminato clamorosamente alla prima uscita in Coppa Italia in casa al San Paolo ancora dal Bologna.
La chiusura d’anno vede il Napoli infine vincere a Siena e aprirsi al mercato.

Se si dovesse dare un voto al Napoli del 2012 gli si potrebbe dare 7 ma con accanto scritto “Se vuoi puoi fare molto di più”. Il passo per diventare definitivamente grande infatti è breve considerando alcuni risultati in Europa e in Campionato e la vittoria in Coppa Italia ma il Napoli spesso appare ancora incompleto e immaturo e dopo 8 anni è difficile pensare che si debba aspettare ancora tanto.

Quello che serve nel 2013 per migliorare è un mercato decisamente migliore e che segua linee più e precise e diverse.
In primis un’idea comune e condivisa tra società e tecnico, troppi infatti gli acquisti premiati dalla prima a quasi mai utilizzati da Mazzarri come i vari Chavez, Fideleff, Fernandez, Vargas e Uvini, Donadel.
I soldi vanno spesi sicuramente meglio, visto che molti di questi sono costanti non poco ma che non sono mai entrati nelle grazie del tecnico che ha preferito a loro giocatori già presenti da tempo nella rosa e che più di un certo livello non sono comunque in grado di fare.

Appare eccessivo inoltre il vuoto lasciato in alcuni settori lacunosi da sempre nel Napoli a cui non si è mai posto rimedio. In primis la fascia sinistra per la quale l’unico giocatore di ruolo è Dossena e da tempo oramai è ricoperta da un giocatore adattato in quella parte del campo quale è Zuniga. Manca inoltre una punta che possa supplire ad assenze eventuali di Cavani . Ovvio che sia quasi impossibile trovare un attaccante con le stesse qualità tecniche e realizzative capace di stare in panchina, ma non avere una vera punta oltre all’uruguaiano appare un vuoto pesante nella rosa.

Nota finale in ultimo per la difesa. Questo è il reparto che spesso ha dato più grattacapi al Napoli per prestazioni ed errori gravi e negativamente decisivi ma sul quale si è operato sempre poco, basti pensare che Gamberini arrivato questa estate e che possiamo definire un titolare a metà è il primo difensore acquistato che giochi con frequenza dopo Campagnaro che è alla sua quarta stagione a Napoli e considerando che quello che ha giocato di più arrivato in questi 4 anni è Fernandez con 27 partite in una stagione e mezza si può dire che il Napoli in 4 anni ha comprato si e no 2 difensori titolari pur avendo avuto problemi di numero e qualità nel reparto.
Nel 2013 complici anche l’addio di Aronica oramai imminente  e le squalifiche di Cannavaro e Grava è giunto il tempo di mettere seriamente in campo le forze societarie per acquistare giocatori di spessore in quel reparto.

Molto potrebbe cambiare nel 2013 inoltre inseguito alle decisioni di Mazzarri. Il tecnico ha il contratto in scadenza  a fine stagione, ma ha deciso di aspettare fino ad allora per un eventuale rinnovo, avendo inseguito dichiarato anche di pensare ad un eventuale anno sabbatico lontano dalla panchina. Dato ciò il Napoli potrebbe già pianificare un futuro diverso e alcuni nomi eventuali già si sono susseguiti sui giornali, anche se va ricordato il discorso di grande apprezzamento e considerazione speso di recente per mezzo radiofonico da De Laurentiis per il tecnico toscano.

Ultima nota lieta però rimane il progetto della “scugnizzeria” che sembra possa davvero iniziare a divenire concreto non solo con Lorenzo Insigne ma anche per i risultati ottimi che la primavera sta fornendo e per il potenziale che si intravede in molti dei giovani talenti di proprietà azzurra quali Roberto Insigne, Fornito e Novotny.
Il 2013 è l’anno che verrà e si vedrà solo a giugno se sarà un vero e grande Napoli.

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