Vargas, ritorno al futuro. E se qualcuno ci ripensasse?

Non è passato inosservato. Non è passato inosservato giovedì nè stasera. Qualcosa sembra cambiato da una partita all’altra. Edu Vargas, dov’è finito quel cileno impaurito, molle, timido e spesso svogliato?

Giovedì i primi, lenti, segnali di ripresa: un giocatore che corre, voglioso, che lotta su tutti i palloni e su una di quelle tante palle morte recupera serve a Cavani il match point qualificazione.

Stasera, la riconferma. Entra, e si nota subito il cambio di marcia della squadra partenopea, sofferente fino a quel momento senza qualcuno che venisse incontro alla palla facendo salire la squadra e dando così respiro ad una difesa oppressa dalla manovra sarda. Addirittura, due minuti dopo sfiora il gol del vantaggio mostrando in un paio di secondi sprazzi del giocatore che potrebbe essere: velocità, istinto, anticipo, furbizia. Lui, così minuto, che anticipa sul primo palo gli stangoni rossoblù respinto solo da un Agazzi miracoloso.

Prende palla, la gioca, prova a saltare l’uomo e qualche volta ci riesce. Fino al suo ingresso era un Napoli schiacchiato, dopo si è visto un Napoli giocare finalmente a calcio. E sfiora di nuovo il gol personale nel finale, quando, servito da Hamsik non riesce ad anticipare con i tempi giusti Agazzi. Ma un Vargas così l’avevate mai visto? Non sarà certo il massimo che ci si aspetta, ma se relativizzato al Vargas abulico che avevamo imparato a vedere nessuno può negare i progressi del cileno, sottolineati anche da Mazzarri nel post gara.

Ed allora, proprio ora che finalmente sembra riuscire a far intravedere qualcosa, proprio sul più bello, è davvero così segnato il suo destino? Probabilmente si, ed è forse anche giusto: stasera l’ennesima riprova che anche con le assenze di Cavani e Pandev il giocatore sarà difficile vederlo dall’inizio. Figurarsi con quei due mostri sacri davanti nelle gerarchie di Mazzarri.

Che peccato, Edu, potevi pensarci prima…

Christian Sorrentino

 

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