Napoli e Milan, creature di progetti capovolti

Quando il Napoli gioca contro una squadra blasonata come il Milan di Berlusconi ogni minimo dettaglio finisce sotto la lente d’ingrandimento. La tattica, gli uomini simbolo, i celebri precedenti che valevano lo scudetto ma questa volta analizziamo qualcosa di diverso: l’età media delle due squadre.

L’ex baby gang – Il Napoli di De Laurentiis è nato sotto una promessa del suo presidente: “la mia squadra sarà giovane e divertente”. Ogni anno, quando ancora c’era Marino, le stagioni calcistiche della squadra partenopea iniziavano con questo comandamento. Un dogma che ha portato a Napoli astri nascenti come Ezequiel Lavezzi, Marek Hamsik e Walter Gargano ma limitava e non poco la crescita degli azzurri in campionato ed in Europa. Alzi la mano chi non ha ancora nella mente occasioni perse o semplicemente sprecate da quel Napoli. Una baby gang, come la defini il telecronista passionale Raffaele Auriemma, che non aveva freni e correva sempre al massimo delle possibilità sfruttando tutto il pieno di benzina ad ogni partita. Ma questo modo di fare era un boomerang che travolgeva i sogni dei tifosi partenopei quando bisognava attendere e non spingere, frenare e non accelerare. Insomma, il Napoli non era grande, non era maturo. Dall’addio di Pierpaolo Marino, eccezion fatta per pochi, l’età media della rosa si è mano a mano alzata fino a diventare la seconda squadra più vecchia della Serie A. Un dato che angoscia un po’, capendo che questo Napoli dovrebbe essere già capace di vincere e di non incappare nei soliti errori, non dovrebbe essere protetto dalle solite parole di Mazzarri: “dobbiamo crescere”. La sensazione è che il mercato di Riccardo Bigon sia stato mirato più all’immediato che al futuro, escludendo Lorenzo Insigne e Federico Fernandez. E’ un Napoli che ha puntato su giocatori fatti come Gokhan Inler, Alessandro Gamberini, Valon Behrami e Giandomenico Mesto, tentando, ogni tanto, di puntare su giovani che non hanno dato le giuste risposte, vedi Dumitru e Vargas. Sembra quasi che in entrambi i casi non si sia raggiunto un punto di equilibrio che desse immediatezza e continuità al progetto azzurro. Un progetto che sembra in attesa di quegli elementi provenienti dalla scugnizzeria tanto agognata dal presidente De Laurentiis: perchè lui voleva un Napoli giovane e divertente ma ora non sembra essere così.

Gli ex vecchi – Dall’altro lato, invece, abbiamo un Milan che negli ultimi anni si era guadagnato il grado di squadra più anziana della Serie A ma ora, dopo l’addio di veterani come Gattuso, Nesta e Seedorf, la squadra di Massimiliano Allegri è, insieme alla Fiorentina, a metà di questa speciale classifica anagrafica. Un cambiamento che è stato secco ed immediato. Le difficoltà di questo Milan d’inizio stagione, molto probabilmente, sono figlie di una mancanza di leader all’interno dello spogliatoio. Il mercato però ha visto colpi come Stephan El Shaarawy, Bojan e la promozione di De Sciglio a titolare che daranno lungimiranza al nuovo progetto Milan che dovrà essere ritoccato, secondo il suo presidente, a gennaio.

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