Nel segno di D10S: gli interventi di Marolda, De Giovanni e Castaldi durante la presentazione del libro Diego Armando Maradona

Parlare di Diego Armando Maradona provoca sempre un coinvolgimento senza pari. I dettagli che scandiscono i momenti salienti della sua vita lo hanno reso leggendario a tal punto da risultare doverosa una trasmissione costante, attraverso qualsiasi mezzo, verso coloro che vogliono vivere (o rivivere) la miriade di cambiamenti epocali scaturiti da un uomo eternamente a sinistra (piede, cuore e testa).

Nel corso della presentazione del primo libro a fumetti sul Pibe de Oro, intitolato Diego Armando Maradona e edito da Edizioni BeccoGiallo, le personalità coinvolte hanno condiviso la propria visione del fuoriclasse argentino esaltando il superbo lavoro grafico e narrativo svolto dall’autore dell’opera Paolo Castaldi (Premio Boscarato nel 2011 come Autore Rivelazione dell’Anno).

Francesco Marolda, collega del Corriere dello Sport ancora in stretto contatto con Maradona, ha colto l’occasione per ringraziare a più riprese l’apporto di Diego sul piano personale e cittadino: “Leggendo questo primo fumetto su Diego ho provato sensazioni uniche. Mi ha colpito tanto la realizzazione maniacale di Villa Fiorito e del suo degrado: quella realtà l’ho vissuta in prima persona, e ringrazio Paolo per averla riprodotta così fedelmente. Seguire Maradona ha dato una svolta professionale incredibile alla mia vita, la sua venuta a Napoli è stata sinonimo di speranza abbinata al talento. Lui riuscì a rimettere insieme una città disgregata moralmente, culturalmente e politicamente dopo il terremoto dell’80. A Diego, inoltre, era tollerato quasi tutto. Quello di oggi  (ieri Ndr) è un compleanno un po’ triste a causa delle ultime vicende legate alla sua attuale compagna. Attualmente Diego è diviso tra Corea e Cina per alcune campagne pubblicitarie“.

Il contributo dello scrittore Maurizio De Giovanni ha lasciato trasparire tutte le impressioni positive nate dalla lettura del testo, dando vita a un racconto che ha catturato la platea: “C’è un momento in cui la cronaca prima diventa storia e poi, successivamente, epica. L’esposizione dei fatti raggiunge vette così leggendarie da trasformarsi in epica. Lo straordinario lavoro di Paolo mi ha permesso di capire che in appena 25 anni siamo stati catapultati in qualcosa che apparterrà per sempre alla coscienza collettiva. Il termine fumetto ha la sua enorme dignità poiché non c’è nulla di meglio per rappresentare gli undici tocchi contro l’Inghilterra. Maradona si è manifestato nell’unica città sudamericana al di fuori del Sud America, era un incontro inevitabile fra un uomo che si è sempre messo in gioco e una popolazione desiderosa di successi. Il calcio è la manifestazione più bassa della cultura, ma unisce e si fa largo nel vuoto delle ideologie di un tempo. Paolo Castaldi ha reso la memoria creando la risposta della sua generazione a ciò che la mia ha vissuto in prima persona“.

L’intervento di Paolo Castaldi, visibilmente emozionato, è stato significativo per criticare ancora una volta alcuni luoghi comuni relativi alla figura di Maradona: “Una presentazione in cui un milanese viene a Napoli per parlare di Maradona è decisamente atipica. Se ho questa passione per Maradona lo devo soprattutto a mio padre, ma la scintilla che mi ha spinto a realizzare questa storia è stata proprio la lontananza da Napoli. Molti conoscenti mi chiedevano il perché di tanta ammirazione verso un uomo dalla morale debole: la mia risposta è arrivata tramite l’arte del fumetto. Diego è divino, non si è mai tirato indietro offrendo, quando poteva, anche importanti contributi benefici. I calciatori di oggi sono monotematici, si dedicano solo a cosa fare in campo senza mostrare alcun interesse verso le questioni sociali. Lo stile che ho adottato per il libro si basa sul disegno di tavole a matita colorate sia con gli acquerelli che con le tecniche digitali. L’azzurro, ovviamente, domina la scena“.

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