Blitz GdF, sotto la lente d’ingrandimento il ruolo dei manager

Partire dal lavoro degli agenti, dei procuratori, dei giramondi in grado di parlare tre o quattro lingue e di seguire negli anni la carriera di piccoli e grandi campioni. Partire da loro e seguire il tracciato del denaro, l’odore dei soldi, per raccontare cosa accade prima di un debutto di calciatore con una determinata maglia, per dare una logica a quelle ore frenetiche che anticipano la chiusura del calcio mercato.

Eccola l’inchiesta sulla gestione dei contratti dei calciatori del Napoli: siamo alle prime battute investigative, gli atti sono lì, sulla scrivania del colonnello Nicola Alterio, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli. Storia ormai nota, alla luce di quanto accaduto mercoledì mattina: acquisiti contratti di tutti i calciatori tesserati dal 2008 al 2012, c’è un’attenzione iniziale sui contratti di due argentini – Cristian Chavez e Ezequiel Lavezzi – seguiti dallo stesso procuratore, l’agente Alejandro Mazzoni. Indagine esplorativa, non ci sono contestazioni formali nei confronti dei tre professionisti sudamericani, ma c’è l’esigenza di mettere a fuoco la storia degli accordi presi con la società calcio Napoli, delle clausole contrattuali, di eventuali premi e indennità fissate nero su bianco. Inchiesta condotta dal pool reati consumati durante le manifestazioni sportive, una sezione coordinata dal procuratore aggiunto Gianni Melillo e dai pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone, Vincenzo Ranieri, si ragiona su dati oggettivi.

Il ruolo dei manager, dei procuratori, dunque. Dal caso Chavez, l’inchiesta potrebbe estendersi anche ad altre società, alla luce del volume di affari sviluppati dai manager dei calciatori, alla luce di contatti professionali maturati negli anni. Non ci sono accuse nei confronti del Napoli, né emergono al momento circostanze che possono interessare gli organi disciplinari. Fa sentire la sua voce anche il legale del Napoli, l’avvocato Mattia Grassani, che interviene ai microfoni di Radio Crc: “Mi sembra una proiezione fantascientifica quella delle eventuali conseguenze sotto il profilo sportivo. Neanche per quanto riguarda i procedimenti in corso ci sono persone iscritte nel registro degli indagati che siano riconducibili alla società calcio Napoli. Il Napoli sotto il profilo sportivo è assolutamente estraneo a qualsiasi conseguenza e responsabilità disciplinare”. Massima cautela anche da parte del procuratore Giovanni Colangelo che, ai microfoni di Sky tg24, esorta a “non sposare conclusioni affrettate, dal momento che ci troviamo in una fase conoscitiva che non contempla allo stato alcun indagato”.

Il resto è storia di accertamenti top secret da parte degli specialisti della Finanza. Si ragiona sugli atti esibiti dalla società calcio Napoli, che vengono confrontati con i dati depositati anno per anno negli uffici della Federazione italiana. Screening su libri contabili, analisi dei bilanci, verifica anche dei conti correnti dei soggetti chiave di una storia fatta di carte, impegni presi per iscritto e tanti soldi movimentati. Da Napoli, ormai è chiaro, potrebbe aprirsi un fronte, quanto basta a verificare la correttezza di alcune operazioni di calcio mercato di più società calcistiche. Una vicenda che potrebbe portare gli inquirenti a nuovi atti a sorpresa: come la decisione di convocare procuratori, vertici societari o calciatori – ovviamente come persone informate dei fatti – per chiarire aspetti inediti del grande intreccio di ingaggi e tesserini.

Fonte: Il Mattino

 

 

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