“Non un goal…un regalo”

“Non un goal…un ragalo”. Questo diceva Eric Cantona in un grande film di qualche anno fa. Scene riviste prima dell’ultima al San Paolo perché l’astinenza cominciava a farsi sentire. Ancora una volta la Nazionale ci porta lontano dal campo e vicino all’esaurimento nervoso. Una Nazionale che pare rivitalizzarsi solo con il nostro Lorenzino Insigne. Che per fortuna non si scorda del suo Napoli e ci regala il primo goal al San Paolo.

Ma andiamo con ordine.

La nostra domenica old style con partita alle 15:00 comincia proprio all’insegna d’Insigne. Al casello della tangenziale, uscita Fuorigrotta ovviamente, due venditori di foto formato gigante analizzano ad alta voce la loro piccola indagine di mercato e come due  veri business men notano che la foto più venduta è proprio quella di Lorenzo il Magnifico e non quella della squadra intera. Il piccoletto ci piace assai e non lo nascondiamo. C’è chi pensa che sia una moda, salvo commuoversi quando la moda segna il suo primo goal al San Paolo qualche ora più tardi. E non è stato l’unico a far vedere la lacrimuccia.

La nostra domenica old style con partita alle 15:00 continua con un orecchio alla Lazio. Vorremmo tutti che Moscardelli non ce l’abbia solo di noi, ma quando sentiamo del 2-0 dimentichiamo pure di chiedere com’è finita. Anche se ce lo dicono lo stesso e ammettiamo che hanno dato una bella prova di forza su un campo non facile. E noi ne sappiamo qualcosa.

La nostra domenica old style con partita alle 15:00 è caratterizzata subito da una voglia di stare tutti vicini vicini, senza se e senza ma. Per cui, quando saliamo sugli spalti ecco spuntare quattro file da 12 racchiuse perfettamente in una cornice di scotch. Uno del gruppo ne va fiero e comincia a prestare scotch a tutti i gruppi che ci circondano. E allora entriamo dentro il rettangolo e ci prendiamo l’abbraccio del resto della famiglia.

La nostra domenica old style con partita alle 15:00 rivede finalmente anche l’erba. “Erba di casa mia…quanta emozione, un calcio ad un pallone…” cantava qualcuno. E allora dobbiamo farcene una ragione. L’estate è finita e la spiaggia non c’è più. Non più sabbia, ma erba. Con qualche macchia di marrone, ma il colpo d’occhio è verde e tiriamo un sospiro di sollievo. Non dovremo sorbirci, una volta tornati a casa, tutti i link dei simpaticoni con sdraio e ombrelloni piantati sul nostro  rettangolo di gioco. Addirittura lo innaffiano. Qualcuno maligna: “Come il Barcellona per aiutare il nostro gioco”. Ma in realtà notiamo che l’acqua va in direzione della pista d’atletica, che si allaga pure.  Vabbè. Il colpo d’occhio è verde e accontentiamoci di questo.

 

Il pre partita della nostra domenica old style con partita alle 15:00 passa tra una chiacchiera e l’altra, tra un saluto e l’altro, tra un panino e  l’altro, tra una risata e l’altra. E allora non riesci a fermarti quando, commentando la presenza ancora di Aronica, qualcuno t’informa di aver chiamato la sua squadra del fantacalcio “L’uomo che camminava sui pezzi di Britos”. Alta citazione, grande verità.

Il prepartita della nostra domenica old style con partita alle 15:00 ci dà anche l’occasione di dare un volto e una consistenza fisica a chi fino a quel momento avevi solo visto attraverso un computer. E anche  di salutare qualche bimbo alla sua prima volta allo stadio. Non gli abbiamo voluto far sentire il peso di un risultato, ma per fortuna gli è andata bene. Anzi benissimo. E allora a fine partita gli diciamo di poter tornare. Chissà se l’ha presa come una consacrazione o come un invito ufficiale per la prossima.

Due ore passano in fretta e, dopo il rito scaramantico all’ingresso degli azzurri per il riscaldamento, dopo un Cavani che prova le punizioni e pare che gli unici a dover essere puniti siamo noi nel vedere quello scempio (non me ne voglia il Matador), dopo aver deciso che Behrami ha sostituito Smaili nello Stabia, dopo aver intravisto Mago Galbusera in versione Fideleff, e infine dopo aver fotografato un binocolo elegantissimo spuntato a mo’ di teatro e due tizi muniti di forchetta e pasta al forno, finalmente… la nostra partita delle 15:00 in una domenica old style.

Pronti, partenza…rigore! Cominciamo bene, continuiamo peggio. E’ vero, facciamo il secondo con un grande Pandev, ma subiamo anche un goal da rimessa laterale, sempre di testa. E’ vero facciamo il terzo con un grande Insigne, ma ne avremmo anche potuti fare altri mille. E vederci al primo posto per differenza reti con la Juve. E’ vero non siamo mai contenti, ma è anche vero che abbiamo visto un Cavani omaggiare il Pocho per la quantità di goal sbagliati sotto porta, un Maggio omaggiare Vitale per la qualità dei cross dal fondo e abbiamo visto De Sanctis omaggiare se stesso per le uscite fuori area. Abbiamo perdonato tutto a tutti perché l’avversario era un Parma, rognoso sì, ma non irresistibile. Più spettro degli anni passati che reale bestia nera.

In tutti i casi finisce 3-1. Con un infarto incombente negli ultimi minuti per chi aveva scommesso su questo risultato esatto. E allora è stato l’unico a non imprecare per un Insigne un po’ lezioso che avrebbe potuto fare una doppietta storica e che ha festeggiato un po’ troppo su un tiro in curva del Parma a porta vuota. 

Insomma, la nostra domenica old style con partita alle 15:00 finisce con tre punti, un primo posto e una bella risposta di Insigne. Alla domanda: “Tra la prima convocazione in Nazionale e il primo goal al San Paolo cosa metti al primo posto?”, Lorenzino non esita e risponde sicuro: “Il primo goal al San Paolo!”.

Non un goal, Lore’…un regalo…un regalo…

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