Uruguaiani ed argentini, ma c’è una nuova colonia: la Svizzera

Che a Napoli arrivi un argentino, non fa notizia. Un binomio consolidato nel matrimonio con Diego Armando Maradona. Da allora ogni argentino è il benvenuto all’ombra del Vesuvio e da subito si sente a casa sua: Campagnaro, Fernandez e con loro c’era anche colui che volevano fosse il nuovo Re di Napoli: Ezequiel Lavezzi.

Ma in generale è tutto il sud America di casa a Napoli, con loro ci sono Cavani, Zuniga, Vargas. Si porta avanti una tradizione, quella dei sudamericani nella città del sole e se ne distrugge un’altra: impossibile convivenza di argentini e brasiliani. La società ha fatto il primo tentativo di colonizzazione in Brasile con Uvini e segue Douglas Costa, perché, in fin dei conti, anche i brasiliani si son trovati bene a Napoli: Careca, Alemao o Vinicio.

Che ci sia un gemellaggio con la Slovacchia è inevitabile ed è inutile anche dilungarsi sul come e sul perché, ma è molto più interessante fare una considerazione su un nuovo sbarco: quello svizzero.

Hanno cominciato l’anno scorso a tangere il terreno Inler e Dzemaili: il leone addirittura amato da quando vestiva ancora i colori bianconeri dell’Udinese, mentre il secondo pian piano sta entrando nei cuori dei tifosi, ma quel che conta è che il loro responso sia positivo. Napoli è ok anche per la bandiera rossa con la croce bianca, addirittura ne arriva un altro: Valon Behrami. Il nuovo svizzero addirittura scalza un giocatore al centro dei piani di Mazzari come Gargano e ne scavalca le priorità.

Completano la lista di stranieri anche Pandev ed El Kaddouri, rispettivamente per Macedonia e Belgio.

Certo è che non tutto è rosa e fiori, non tutti hanno mostrato del talento a Napoli: si provò a fare un tentativo di colonia in Spagna, ma Victor Ruiz non andò mai a genio a Mazzarri, la grinta di Yebda non bastò a confermare l’Algeria (anche se è un caso particolare poichè il centrocampista è franco-algerino).

Magari pensandoci bene, forse è la lingua francese che non va a braccetto con il dialetto di pulcinella; è la cucina francese con sapori delicati e quantità limitate che difficilmente colpisce chi è abituato a sapori decisi in quantità copiosa.

Parlando d’amore però: il bacio francese dovrebbe essere un’arma indispensabile per la passionalità partenopea; forse un altro francese la società dovrebbe provarlo a prendere.

Domenico Passaro (twitter: @forevernaples)

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