Serie A nobile decaduta. Ma non tutti i mali…

L’impoverimento economico e tecnico della nostra Serie A è un dato di fatto. I grandi campioni, chi prima chi dopo, stanno andando via: Spagna, Francia, Russia, Turchia e soprattutto Inghilterra le nuove terre promesse. L’Italia non regge il passo con gli altri Paesi, i club nostrani non riescono più ad avere il giusto appeal economico e ambientale con il risultato che i vecchi top player vanno via e di nuovi non ne arrivano proprio.

PERFINO BERBATOV…- Nel giro di un paio d’anni il nostro calcio ha perso giocatori del calibro di Balotelli, Menez, Lavezzi, Thiago Silva, Ibrahimovic, Pastore, Nastasic, Eto’o ecc…Perfino un giocatore come Dimitar Berbatov, panchinaro da una vita a Manchester e non più di primo pelo, ha umiliato la Serie A offertagli dalla Fiorentina e dalla Juventus (una squadra che sta rifiorendo e un’altra che è già affermata) preferendo l’approdo a Londra: non all’ Arsenal, non al Chelsea, non al Tottenham, bensì al Fulham! A questo purtroppo ci siamo ridotti, che uno come Berbatov  preferisca la sesta squadra di Londra alla Juve! (Comunque Marotta, protagonista di una figura pessima con la vicenda-Berbatov, dopo aver perso il giocatore ha poi affermato di aver solo effettuato un timido sondaggio per il bulgaro ma ovviamente non è vero…).

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA-  Non tutto il male viene per  nuocere, recita un antico detto e sicuramente Cesare Prandelli sarà d’accordo. Le compagini del nostro campionato, infatti, obbligate a rinunciare ai grandi campioni devono necessariamente fare di necessità virtù e schierare i calciatori italiani, soprattutto tanti ragazzi. Il Milan, ad esempio, sabato scorso a Bologna è sceso in campo con una formazione composta per dieci undicesimi da giocatori italiani: non succedeva da una vita…La difficile situazione economica che sta impoverendo il nostro movimento calcistico, però, coincide perfettamente con l’ascesa di un gruppo abbastanza nutrito di ventenni fenomenali che invece questa crisi la stanno benedicendo. Le ultimissime convocazioni di Prandelli parlano chiaro e lasciano ben sperare in vista di Brasile 2014: ci sono ben 10 giocatori di età non superiore ai 25 anni e bisogna considerare che quel fenomeno che risponde al nome di Mario Balotelli (a volte qualcuno dimentica che anche lui ha appena 22 anni) non è stato convocato per problemi agli occhi.

E’ bello credere (forse illudersi) che dietro alle attuali disgrazie economiche della Serie A ci sia una rinascita del nostro  movimento calcistico. Ma troppi soldi  ottenebrano la fantasia e l’inventiva di presidenti e direttori sportivi e tarpano le ali ai giovani talenti che puntualmente non trovano spazio in squadra. Come dei surfisti pazienti che aspettano l’onda giusta i vari Destro, Insigne, Florenzi, Ogbonna, Immobile, Gabbiadini, Poli e Verratti hanno sperato sempre qualcuno gli concedesse una chance vera per dimostrare il proprio valore.

Ragazzi, l’onda giusta è arrivata. Non sprecatela..

Marco Soffitto

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