Il San Paolo innamorato

Ottantasette minuti per far innamorare il San Paolo. E’ bastato veramente poco a Lorenzo Insigne per scaldare i tifosi partenopei e farli cadere ai suoi piedi: assist vincente per Hamsik, dribbling fulminei, recuperi in difesa degni del miglior Cavani, scatti in velocità e giocate fantasiose che hanno lasciato intravedere qualità a dir poco interessanti. E’ mancato soltanto il goal, sfiorato in più occasioni e non trovato per mancanza di lucidità sotto porta ed anche per la bravura del portiere avversario.

Anche Mazzarri lo ha più volte applaudito ed incitato, salvo poi “tirargli le orecchie” al momento del cambio: “Nell’ultima azione dovevi metterla al centro per il tuo compagno, senza tirare da posizione defilata”. Lui, da giovane apprendista, ha ascoltato con attenzione ed ubbidienza le parole del suo mister, accomodandosi poi in panchina. Il 21enne di Frattamaggiore, durante tutto l’arco del match, non si è mai adagiato su ciò che stava facendo, ma ha sempre corso e cercato di migliorarsi. In più di una circostanza è sembrato agli occhi dei tifosi di vedere Lavezzi in mezzo al campo.

Il pocho però è già un lontano ricordo: il presente è giovane, il presente è partenopeo ed ha un nome ben preciso. Mazzarri ha fatto bene a coccolarlo e sgridarlo al tempo stesso, ma il San Paolo, al momento del cambio, ha già dato il suo verdetto: standing ovation, che l’amore abbia inizio.

 

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