Furti e scippi ai danni delle famiglie dei giocatori azzurri: succede a Napoli, succede in tutto il mondo.

Lo scippo di ieri sera ai danni di Maria Soledad, non è altro che l’ ennesimo episodio che non fa onore alla città e che lascia l’ amaro in bocca ai tifosi del Napoli.

La famiglia di Cavani è quella presa più di mira: lo scorso anno il Matador decise di cambiare abitazione, dopo che fu svaligiata la sua villa nella zona flegrea. A rimetterci un Rolex fu anche il sua agente, Claudio Anellucci, che nonostante lo spavento ci tenne poi a spendere parole molto belle nei confronti della città: “Ci tengo a dire che la città di Napoli è fatta da persone eccezionali e, così come in molte metropoli, c’è anche gentaglia. Comunque, Napoli non può essere rovinata da 20, 30, 40 o 50 delinquenti”.

Come dimenticarsi poi lo spiacevole episodio ai danni di Yanina Screpante, compagna di Lavezzi, la cui reazione fu notevolmente diversa da quella dell’ agente del Matador. La modella, infatti, scrisse su twitter delle parole, riferite a Napoli che scatenarono l’ira dei tifosi: “città di merda”.

I malviventi campani, completarono il tridente d’ attacco del Napoli: furto di un Rolex, del portafogli e delle chiavi di casa anche ai danni di Marek Hamsik e in un altro episodio della BMW che era guidata dalla moglie.

Ed ancora: il furto della Mini Cooper di Andrea Russotto (meteora del Napoli), il furto di due auto a casa Aronica, il vetro distrutto dell’auto della moglie di Fideleff.

A seguito di questi spiacevoli episodi,tifosi e media italiani hanno dato contro la città all’ ombra del Vesuvio, ma i protagonisti e tutto l’ambiente partenopeo sono sempre stati lucidi e intelligenti:

per esempio Mazzarri e Maggio risposero alle tante stucchevoli domande dei giornalisti contrapponendo episodi, vissuti in prima persona, accaduti anche nel nord Italia mentre Inler a GQ, in un’ intervista parlò così: “Sono episodi spiacevoli, ma accade e non solo ai danni di noi calciatori. Dispiace, fa male. Ma Napoli non c’entra”.

Insomma, sono episodi spiacevoli che non dovrebbero accadere da nessuna parte, ma ci sono, tanto a Napoli quanto nel resto d’ Italia e del mondo: viene scippata la moglie di Cavani, viene scippata la signora anziana all’uscita della posta, viene derubata la casa dell’impiegato che la mattina va in ufficio, ma quando succede a Napoli, l’impatto mediatico è molto più forte, vuoi per i luoghi comuni, vuoi perché il Napoli e la sua società comincia a dar troppo fastidio alle “grandi”.

Tirando le somme, due possono essere le ipotesi, che, comunque, collegano tutti i furti ai danni dei giocatori del Napoli e delle loro famiglie.

La prima ipotesi, quella scartata dai più maligni, considera come nodo la casualità: a essere derubate sono persone ricche, a bordo di auto che non passano inosservate con abbigliamento e accessori di valore. Tutto ciò risalta all’ occhio del malvivente, il cui interesse è solo quello di accaparrarsi qualcosa di valore. Magari questo scapestrato non sa neanche che a portare quella macchina è la moglie di Hamsik e, perchè no, magari non sa neanche che faccia abbia Marek Hamsik. Vada per Marekiaro, la cui foto compare su tante gigantografie in città: ma Fideleff? prima del tentato furto ai danni dell’ argentino chi conosceva il volto della moglie? Inoltre, a parere dei tanti giornalisti italiani, ogni napoletano ha una lista nella quale sono inseriti modelli e targhe di tutte le auto dei giocatori e della loro famiglia.

Molti di questi episodi danno l’ impressione di essere, infatti, dei colpi messi a segno in itinere e non dei colpi programmati.

Passando all’ipotesi dei più maliziosi, avallata dalla causalità, si pensa che la Società Calcio Napoli cominci a dare troppo fastidio alla delinquenza organizzata: con i sistemi automatizzati di stampa dei biglietti e con la sicurezza alle partite, diventa sempre più duro il lavoro per i bagarini. Inoltre il calcio sta dando alla città un ulteriore motivo di crescita, di rinnovo e molta più visibilità in Europa: troppi riflettori puntati su Napoli.

Talvolta la verità sta nel mezzo, o più semplicemente, non è che gli autori di questi furti sono tutti juventini? Che i tifosi bianconeri non se la prendano, è solo una battuta rivolta a chi desidererebbe molto i gioielli azzurri e coglie ogni opportunità per tirare acqua al proprio mulino.

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