Le partite memorabili, Napoli-Manchester City

Una meraviglia internazionale. Nient’altro. Quando ripenso a Napoli-Manchester City non riesco ancora ad allontanare l’emozione per una notte in cui la realtà ha scavalcato il sogno, in cui l’atto ha superato la potenza.

Programmare una vacanza con largo anticipo ha molti vantaggi: il costo, in primis, è drasticamente ridotto. C’è poi tutto il tempo per organizzare il viaggio nei minimi particolari. Nessuno, però, potrà ben descrivere il terrore-letteralmente- provato dopo l’amara scoperta: 22 novembre 2011, giorno della seconda partita di ritorno del “girone di ferro”, al San Paolo si sfidano Napoli e Manchester City. 22 novembre, giorno della mia partenza per una vacanza di 5 giorni a Madrid. Il terrore ha subito lasciato spazio alla trepidazione. Dovevo trovare assolutamente un modo per riuscire a vedere la partita. Ma tutto sembrava remare contro. Il Napoli Club di Madrid, dopo innumerevoli telefonate a tutte le ore, mi ha confermato che tutti i posti erano stati esauriti. “Solo per i soci” è stata la frase con cui mi hanno liquidato. Maledetti soci!-ho pensato io. Lo sconforto stava prendendo inesorabilmente il posto occupato poco prima dalla trepidazione. Ma non mi sono arreso. Confidando nelle potenzialità di internet e nella rete di connessione spagnola ho puntato tutto sull’ultima carta disponibile; il piccolo notebook nero.

La passione, si sa, spinge oltre i confini della natura umana. Oltre l’umana razionalità. Nessuno, nessuno riusciva a capire la mia rinuncia; chi avrebbe mai detto di no di fronte ad una partita di Champions nel tempio del calcio, al Santiago Bernabeu, chi avrebbe rinunciato a vedere le stelle del panorama internazionale maciullare la povera Dinamo Zagabria con 6 gol; chi avrebbe rifiutato un simile spettacolo? “Non se ne parla proprio” è stata la mia risposta. “Mai e poi mai”.

E fu così che, mentre il resto del gruppo si godeva le acrobazie di Benzema, Cristiano Ronaldo e Ozil, io me ne restavo solo in casa (accompagnato tenacemente nella mia follia dalla mia povera ragazza ndr) aggrappato a una connessione che andava e veniva, con le cuffie schiacciate nelle orecchie per ascoltare il rombo del San Paolo. È stata la prima partita degli azzurri seguita dall’estero, in 22 anni di onorata carriera da tifoso. Nessuno mi toglierà mai dalla mente la gioia per la doppietta di Cavani, l’amarezza per il momentaneo pareggio di Balotelli.

Ma, soprattutto, nessuno potrà mai cancellare la sofferenza con cui seguii gli ultimi minuti della gara. Un conto alla rovescia prima della felicità. Ricordo con stupore tutta la mia stanchezza, la difficoltà nel restare in piedi con le gambe che tremavano dall’emozione. Sì, l’emozione iniettata nelle vene. Chissà cosa avrà pensato la vecchina che abitava di fronte, quando ha sentito le urla di un giovane tifoso del Napoli che le entravano dalla finestra e uscivano in tutto il palazzo. Chissà che idea si saranno fatta di me gli inquilini del piano inferiore mentre assistevano attoniti a rumori di salti, balletti e cadute sulla loro soffitta. I soliti napoletani, avranno pensato. No, passione. Passione azzurra.

Raffaele Nappi

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