Mario Balotelli: tra genio e follia

“Why always me?” :”Perchè sempre io?”

E’ la frase stampata sulla t-shirt che SuperMario mostra ai tifosi inglesi, dopo i suoi gol.

Provocazione o semplice ironia?

E’ difficile trovare delle risposte lecite, capaci di seguire un filo logico, quando le azioni oggetto di valutazione sono quelle di cui si rende autore Mario Balotelli.

Ironico, beffardo, spericolato, folle e fuori da qualsiasi schema logico e di buon costume, secondo molti.

Un gran talento, uno dei calciatori più talentuosi della tradizion italiana, seppur dotato di quel “caratterino” che lo rende così indomabile, secondo altri.

Mario è entrambe le facce della medaglia, in lui convivono, in maniera più o meno pacifica, Dr Jekyll e Mr Hide, Davide e Golia, la bella e la bestia.

Mario è imprevedibile ed indomabile, dentro e fuori dal rettangolo verde.

Nessuno può raccontare Mario Balotelli meglio di Mario Balotelli.

La rivista “France Football” ha ,appunto, riportato l’intervista a cuore aperto, rilasciata da SuperMario.

MARIO E IL RAZZISMO: “Siamo nel 2012, non dovrebbe più esserci, ma se qualcuno mi lancia delle banane per strada, come a Roma nel 2009, lo uccido. Sono fiero di essere italiano, anche se non capisco perché mi abbiano dato un passaporto solo a 18 anni. Ma sono fiero anche delle mie origini africane. Penso sia una fortuna essere nero”.

MARIO, UNO E TRINO: BAMBINO, ADOLESCENTE, ADULTO: “Sono bambino, adolescente e adulto contemporaneamente: adulto lo sono in campo e quando si parla di cose serie. Lo spirito adolescente, ribelle, emerge, invece, quando rivendico la mia diversità..”

MANCINI E PRANDELLI: “Mancini mi dà fiducia, a lui sono molto legato e so che mi apprezza anche nella difficoltà, come Prandelli che mi ha dato l’opportunità di partecipare al mio primo Europeo. Spero sia il primo di una lunga serie. Per me è l’appuntamento più importante, dove voglio fare grandi partite e che la Nazionale faccia grandi partite. E se dobbiamo farci eliminare, dovrà essere a testa alta“.

MARIO E IL SUO TALENTO: “Penso che siano pochi quelli che hanno il mio talento e che possano quindi giudicarmi.Il talento che Dio mi ha dato è bello, magnifico, ma difficile da tenere, perché sei sempre confrontato a persone pronte a giudicarti. Non è facile, ma non è un dramma”.

MARIO E L’AMORE: “L’ultima storia d’amore è stata bella ma è finita male. Mi ha fatto capire che non bisogna legarsi a certe persone prima di conoscerle bene. Non sono mai stato fortunato in amore, non ho trovato la persona giusta, ma sogno di diventare papà”.

TRA SOGNI E FUTURO:  “Sono il fan assoluto di Ronaldo, “il brasiliano“, sogna anche io il pallone d’oro e spero che la prossima volta che verrai da me, sarà per portarmelo! – Dice alla giornalista di France football che lo intervista – Mi piacerebbe restare a Manchester, ma chiedete al mio procuratore”

Mario chiude l’intervista alla “Super-Mario”, scegliendo quasi da sé il titolo dell’intervista: “Puoi mettere “Penso di essere un genio“? Anche se non mi considero ribelle. Ma non dovresti chiedermelo, perché queste cose lo si chiedono solo a chi non pensa di esserlo”.

Del resto, Mario è un ragazzo come tanti, dotato di un talento che appartiene a pochi e armato di un estro che gli consente di sentirsi un genio assoluto.

Luciana Esposito

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