Juventus v Napoli. Ore di attesa e di ansia in vista della finalissima

Juventus v Napoli non è mai una partita qualsiasi. Qualsiasi tifoso napoletano preferirebbe perdere venti partite di fila, ma vincere contro la Signora, rivale storica e per certi versi la più “odiata”, calcisticamente parlando. Figurarsi poi se in ballo c’è un trofeo, allora l’acquolina in bocca sale e la voglia di vincere anche, soprattutto se c’è da cogliere due piccioni con una fava, mettendo lo sgambetto ai bianconeri.

Juventus v Napoli sarà una partita che si deciderà non solo sul piano atletico, nel quale il Napoli parte in svantaggio, con 50 partite disputate contro le 42 dei bianconeri, ma anche in chiave tattica dove Conte e Mazzarri hanno dimostrato, nell’arco di questa stagione, di assomigliarsi per certi versi, ma distinguersi nettamente per altri.

Otto partite in più, dicevamo, che fanno la differenza dal punto di vista fisico e mentale. Sono proprio otto gli incontri che il Napoli ha giocato in Champions e dopo il quale ha dovuto faticare, e non poco, per riattivarsi mentalmente, in particolar modo dopo l’eliminazione subita a Londra, per mano del Chelsea che proprio domani si giocherà il “suo” trofeo, la Champions League, che proprio a Napoli ha rischiato di diventare chimera. Il bello del calcio è anche questo.

Sarà necessario dunque un Napoli al top atleticamente e mentalmente, per contrastare la Juventus con il morale alle stelle, fresca vincitrice del campionato e desiderosa di bissare con la Tim Cup, per poter cancellare definitivamente le due fallimentari stagioni precedenti. Sarà cura di Mazzarri saper isolare la squadra dalle insistenti voci di mercato che vedono Lavezzi al passo d’addio e soprattutto Cavani, messo nel mirino proprio dai bianconeri. Chiacchiere da bar, probabilmente queste ultime, ma che comunque possono distrarre un ambiente già minato dal mancato raggiungimento della Champions League.

Un Napoli a tutto gas, dunque,  per contrastare la squadra di Conte che, del vigore e della grinta ha saputo fare ingredienti principali per la vittoria dello Scudetto. Sarà importante, in quest’ottica, l’assenza per squalifica di Gargano, che poteva garantire, o almeno si presumeva, una valida cerniera a centrocampo, reparto probabilmente migliore della Juventus.

Conte può contare su un centrocampo a cinque, con la regia e la classe di Pirlo che si occupa di dettare i ritmi della manovra della Juventus, e può comunque avvalersi della corsa e della capacità di inserimento di Vidal e Marchisio, bravi sia in fase di interdizione che in quella di finalizzazione, senza dimenticare la spinta che Pepe e Lichtsteiner posso offrire sulle fasce di competenza.

Va tenuta in debita considerazione anche la differenza di rosa di cui le due compagini posso disporre ed anche in questo caso la Juventus va considerata in vantaggio, magari non dal punto di vista della qualità assoluta della squadra, comunque alto, ma dal punto di vista della quantità. La Juventus, rispetto al Napoli può contare su più ricambi senza però perdere in qualità di gioco.
Per il Napoli un fattore determinante per l’esito della stagione, avendo palesati limiti di organico sin dalle prime battute, limiti che si sono trascinati fino alle ultime giornate e contro i quali non sono stati fatti tentativi di recupero, o almeno sono stati fatti ma non con i frutti desidarati. E’ questo il grosso rimpianto di questa squadra, unito alla rigidità di Mazzarri nell’applicare a qualsiasi costo i suoi diktat tattici, a dispetto della qualità della rosa che forse non lo permetteva. Errore che, invece, Conte non ha fatto, mostrando una inaspettata elasticità tattica, che ha permesso la conquista del titolo. Questa la è la differenza sostanziale tra questi due tecnici, che caratterialmente si somigliano tanto ma sul campo sembrano diametralmente opposti.

La formazione che scenderà in campo domenica è quasi fatta. C’è sciogliere il dubbio Cannavaro, uscito malconcio dalla partita col Siena,  e soprattutto il rebus Lavezzi. La prova incolore dell’argentino contro il Siena, fa alzare vertiginosamente le chanches da titolare per Pandev che sta chiudendo la stagione in toni molto alti. Una maglia da titolare per il macedone sarebbe un atto dovuto, sia per il contributo che lui  stesso può dare, sia per quello che Lavezzi non riesce più a garantire da qualche tempo.
Dzemaili al posto di Gargano è scontato, mentre l’eterno dilemma della fascia sinistra dovrebbe concludersi con la conferma di Dossena, dopo la brillante prova in campionato, condito dalla sua prima doppietta in carriera.

Della formazione che Conte deciderà di schierare si sa relativamente poco. Le uniche notizie certe, o quasi,  sono le assenze di Buffon e Chiellini.  Proprio l’assenza del difensore livornese probabilmente costringerà Conte ad optare ad una difesa a quattro, con Barzagli e Bonucci centrali con Lichtsteiner a destra e Caceres a sinistra. Dalle scelte per la difesa dipenderanno quelle per l’attacco; Conte potrebbe provare un4-3-3 con Borriello punta centrale con il supporto di Pepe o Giaccherini a sinistra e Vucinic  o Quagliarella a destra, mentre in caso di 3-5-2 con Caceres sul centro sinistra, Pepe andrebbe sull’out mancino e in attacco spazio a Matri con Vucinic o Quagliarella a supporto, quadro più volte riproposto in campionato.

Per il momento solo ipotesi e indiscrezioni della vigilia, quando mancano poche ore alla partita che assegnerà l’ultimo trofeo della stagione. La Juve lo vorrà per uno storico double, il Napoli per alzare un trofeo da aggiungere in una bacheca da troppo tempo lasciata impolverare. In bocca al lupo.

 

 

 

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