Coppa Italia, il riscatto di Quagliarella

Il sogno più grande, la felicità che toglie il respiro, l’emozione forte che inumidisce gli occhi, è quella, per un napoletano , di giocare per la squadra della propria terra, IL NAPOLI. Indossare quei colori,  quella maglia che si incolla sulla pelle, calpestare il rettangolo verde del San Paolo e sentirsi travolgere da quei cori , grida , e applausi che ti avvolgono in un caloroso abbraccio. Ti senti un Dio per quella gente, un idolo, un eroe capace di condizionare i regolari battiti cardiaci di settantamila con una giocata o un goal che fanno “tremare” un intero stadio. Un sogno difficile da spiegare con sterili parole. Un sogno che deve essere vissuto per comprenderne la portata emozionale. E Fabio Quagliarella, lo sa , ha assaporato, anche se per poco, il gusto di questa felicità.

L’INIZIO DEL SOGNO: “E’ un sogno che si avvera” queste sono state le sue prime parole, dopo che nel 2009,  è stato restituito alla sua terra. La “copiosa somma” sborsata dal nostro presidente (circa 18 milioni di euro) è stata ripagata con splendidi goal e tanti, tanti assist generosamente costruiti per i compagni. Che emozione, l’intera Napoli stava “ritrovando” pian piano i propri campioni partenopei, i migliori, “ridipingendo” così del colore del cielo anche quei cuori, che pulsavano sotto a quelle maglie, che d’azzurri erano di nascita.

LA ROTTURA: …ma qualcosa andò  storto. Qualcosa si era rotto. Qualcosa era finito. L’ex Udinese decise che l’esperienza azzurra era arrivata all’epilogo. Solo un anno. E’ tutto era finito. Si è parlato di un feeling improvvisamente spezzato, o forse mai iniziato, con i sud americani. Qualche parola di troppo volata negli spoiatoi, qualche accussa pesante , e rancori rigettati fuori con rabbia. Queste sono le motivazioni ritenute” più plausibili” che hanno causato l’allontanamento di Quagliarella dal capoluogo campano.

Napoli provava tanta amarezza.

IL TRADIMENTO : Dopo il capitolo Napoli, si è aperto uno nuovo, bianconero. Non fraintendiamo. Non tornò “alla culla” fruiliana. Ma decise di trasferirsi a Torino, alla Juventus.  “Che delusione, che vergogna, che mercenario, che traditore” all’unisono gridava Napoli. La rivalità tra le due tifoseria è storica, e questa scelta, lui azzurro nell’animo, non doveva prendere. E così Napoli non l’ha mai perdonato, ripudiandolo come figlio della sua terra.

IL RISCATTO: Ormai sono passati anni “dal tradimento” e il suo goal “di riscatto” da segnare sotto qualla curva che l’ha osannato e dove da piccolo si univa ai cori degli ultras, non è stato ancora realizzato. Occasione per coronare questo suo sogno potrebbe essere la finale di Coppa Italia che si disputerà domencia all’Olimpico. L’intera squadra nerazzura è “in pieno delirio di felicità”  per lo scudetto vinto, e quale occasione migliore per Quagliarella, se non quella di domenica sera, di “elevarsi” ad eroe della serata e assicurare alla sua squadra un ulteriore trofeo?…

Ma il pallore è rotondo, e le pianificazioni nel calcio si possono tramutare in speranze spezzate. La juve è campione d’ Italia. Tanto di cappello. Ma il Napoli sa quanto sia importante questa sfida,e quanto  sia importante vincerla. Quagliarella dovrà rimandare, probabilmente, alla prossima stagione “il suo riscatto”, o a mai.

A l’intera Napoli, celandolo con la rabbia, gli si spezzerebbe il cuore, per la seconda volta.

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