Il Napoli e il tris di Coppe

Maledette, benedette coppe. Con l’orizzonte Champions, sottile linea di confine tra il paradiso e un purgatorio d’elite chiamato Europa League, a seminare dubbi e rebus come nuvole. E poi la Coppa Italia e la Supercoppa, le certezze: guanciali morbidi su cui poggiare il capo per spazzare via almeno per un attimo tutti i pensieri legati all’ultima domenica di campionato. Quella che sancirà in maniera definitiva il destino azzurro: servirebbero un mago o magari le carte di una gitana per sapere. Chissà come andrà e cosa sarà. Nel futuro del Napoli, però, ci sono anche due punti fermi. Due sfide prestigiose, e sempre con la Juve fresca di scudetto: quella del 20 maggio all’Olimpico e quella da definire, per luogo e data (di agosto), chiamata Supercoppa. Pechino o casa nostra, beh, poco importa: fatto sta che per tornare subito in fibrillazione, senza attendere il verdetto finale, è bene guardare con maturità alle due passerelle da dentro o fuori. Coppe benedette. Coppe: croci e delizie.

L’AMARCORD – E allora, il racconto di quello che sarà. Che sarà di certo o giù di lì: perché anche in questo discorso, in quest’altalena di trofei da disputare, i calcoli sono una costante, una condizione necessaria fino a quando non arriveranno le sentenze del campionato. La Coppa Italia, dicevamo. Un appuntamento che il Napoli farà di tutto per onorare al massimo, al meglio, così da dare anche un senso all’amarcord dei venticinque anni di anniversario del primo scudetto: maggio 1987, primo tricolore sulle maglie azzurre con la coppa in bacheca a seguire e a sancire la prestigiosa accoppiata. Ecco, un po’ quanto vorrebbe fare la Juve di Conte: la missione è rovinare i piani e portare a casa almeno una fettina di quella deliziosa torta di cui fecero indigestione Diego e compagni.

L’OPPORTUNITA’ – Venature romantiche ma anche pratiche, alla base di questo discorso legato alla Coppa Italia: perché se il sogno Champions dovesse essere spezzato anche dall’aritmetica, e dunque dai risultati dell’ultima giornata di campionato, la vittoria della finale dell’Olimpico varrebbe il salto diretto alla fase a gruppi dell’Europa League, in programma da settembre, a prescindere dal quarto posto in classifica. Senza passare dal playoff, che sarebbe necessario in caso di quinto posto, o peggio ancora dalla terza fase di qualificazione, automatica con il piazzamento al sesto posto in campionato.

CINA VICINA – E ancora. Cominciare direttamente dalla fase a gruppi, e dunque non determinare un anticipo sensibile della preparazione estiva e un susseguirsi degli impegni, renderebbe molto più probabile lo sbarco in Cina, esotica quanto affascinante sede designata ma non ancora stabilita con certezza della Supercoppa: altro momento già riservato al Napoli e alla Juve che, stando così le cose, dovrebbe disputarsi il 18 o il 19 agosto. Un momento chiave, quello della Supercoppa cinese: abbatterebbe i confini di un nuovo mercato, di un altro continente, di una storia tutta nuova da scrivere con la penna dei giocatori ma anche di De Laurentiis, fortemente attratto dal Paese e dalle prospettive del mondo orientale. Si vedrà.

LA MATURAZIONE – Roma, Cina o chissà dove, il Napoli ha comunque le valigie e le suggestioni pronte. Medicine contro il mal d’Europa, appuntamenti prestigiosi e passaggi cruciali di una crescita e di un processo di maturazione fondamentali per un futuro sempre più azzurro. Il mercato e gli acquisti per migliorare ossatura, qualità e quantità, certo, ma anche l’esperienza e le sfilate sui palcoscenici più impegnativi davanti a un mare di spettatori: è così che si diventa grandi; è così che si forgiano caratteri, muscoli e mentalità. Napoli su più fronti, Napoli pronto e concentrato. Calcoli e anche sogni: non resta che attendere domenica e l’aritmetica, prima di programmare. Il calcio è pieno di sorprese. E un paio di certezze.

Fonte: Corriere dello Sport

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