Biglietti Coppa Italia, la rabbia dei “tesserati fantasma”

Olimpico sì, Olimpico no. Tessera sì, tessera no. Polemiche sì, organizzazione no.  Il caos intorno alla finalissima di Coppa Italia Napoli-Juventus non sembra sciogliersi. Dopo le estenuanti polemiche sulla questione dello stadio, i battibecchi a mezzo stampa tra Aurelio De Laurentiis, il presidente del Coni Gianni Petrucci e il presidente della Lega Maurizio Beretta, i nuvoloni si erano parzialmente diradati. Fatto sta che la querelle sui biglietti non ha mai trovato lo spiraglio giusto, anche perché non vi è mai stata la dovuta chiarezza. Ricordiamo che le due società avranno a disposizione circa 32mila tagliandi a testa. Al Napoli è stata sorteggiata l’ala dell’Olimpico per così dire “laziale”, cioè Tribuna Tevere, Curva nord e Distinti nord ovest. Ma la vendita ha sempre destato non poche perplessità. Apertura ad abbonati e tesserati, anche se il patron azzurro, fin dall’inizio, ha preteso uno strappo per i tifosi privi di schedatura. Ma, considerando che i circa 60mila possessori di “Club azzurro card” dispongono del diritto di prelazione, sarà difficile per i supporters non registrati prenotare una delle gettonatissime poltroncine. La confusione è partita già dalla data d’emissione dei biglietti. Comunicazioni ufficiose indicavano l’uscita prima di Pasqua, poi ci si è corretti rinviandola di qualche giorno. Tutti gli interessati indossavano scarpe ginniche anche di notte, la notizia pareva giungere da un momento all’altro e occorreva essere preparati per fare irruzione nella prima ricevitoria Lottomatica vicina. Finalmente l’ufficialità: il 26 aprile partirà la distribuzione per i soli abbonati, dal 2 maggio apertura ai possessori della Tessera del tifoso. Ma le grane sono dietro l’angolo. Inutile sottolineare il boom delle card partenopee da quando i tifosi hanno sospettato di restare fuori dal grande appuntamento del 20 maggio. Si prospettano, ovviamente, tempi biblici per l’invio a casa della tessera magnetica da parte degli Uffici postali. Poco importa, la società azzurra aveva garantito che anche la sola ricevuta di richiesta presentata agli sportelli Lottomatica era sufficiente per accedere all’acquisto del tagliando. Stop dalla Figc e dal Casms: i biglietti devono essere caricati obbligatoriamente sulla carta magnetica per spazzare il campo da ogni eventuale operazione ingannevole. Nuovo tonfo nel buio per i tifosi azzurri. Sono almeno 3mila coloro che attendono invano l’arrivo della “Club azzurro card” e che, pur seguendo ogni regola dettata dall’alto, si sentono esclusi e ora più che mai inermi. Ma di certo, da buoni napoletani, non intendono arrendersi. Per alzare la gonna alla Vecchia Signora bisogna sedurla dagli spalti, perde fascino se si è seduti sul divano davanti alla tv. Appena due giorni fa, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’applicazione per Iphone della Ssc Napoli, il direttore marketing Alessandro Formisano aveva annunciato un form on line sul sito ufficiale con il quale formalizzare la richiesta della card. Entro il 2 maggio la società avrebbe poi provveduto a spedirla al domicilio dell’utente. Ma, a conti fatti, il censimento è destinato esclusivamente agli abbonati. E gli altri? “Più di questo non possiamo fare”, ha dichiarato facendo spallucce Formisano. Eh no, più di questo si deve fare. Va bene privilegiare i fedelissimi, ma non si può invitare migliaia di tifosi al tesseramento e non essere capaci di ideare un canale distributivo “business to consumer” per arginare quest’assurda prassi burocratica. Una struttura aziendale solida ed innovativa deve saper prescindere dalle conclamate defaiance delle Poste italiane.  Così i “tesserati fantasma”, sentendosi vittime di un gigantesco raggiro, hanno preso d’assalto forum e social network lamentando un trattamento quanto meno discutibile. Il Napoli vanta una mentalità transnazionale, punta ad esportare il proprio marchio nel mondo. Allora è necessario saper coccolare i propri sostenitori, autentica linfa vitale del club e trampolino di lancio per il suo salto di qualità. Sono fondamentali le sollecitazioni a comportamenti corretti e rispettosi degli ultras durante le trasferte, occorrono però le competenze per saper contraccambiare con la stessa moneta. Purtroppo, invece, siamo di nuovo qui ad evidenziare un’atavica incapacità di gestione degli eventi di cartello. Le faticose manovre di avvicinamento alle varie gare europee, che siano in trasferta o tra le mura amiche, ne sono state un esempio lampante. Attendiamo fiduciosi un cambio di rotta. Il tempo incalza, quel 2 maggio è ad un tiro di schioppo.

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