Un augurio velico

Sono trascorsi solo pochi giorni dall’inizio di questo 2012, e già il mondo della vela napoletana ha tanto da dire, tanto da raccontare.

In un solo weekend, ad esempio, si sono svolte sia le prove del campionato invernale di Napoli e di Pozzuoli, sia la regata relativa al trofeo TELETHON, recuperata dopo esser stata rinviata il mese di dicembre a causa delle avverse condizioni meteo.

Un vento di grecale di circa 15 nodi, infatti, ha permesso il regolare  svolgimento delle prove, garantendo anche un meraviglioso spettacolo ai tanti passanti sul lungomare partenopeo che hanno potuto assistere alle regate durante splendide, seppur fredde, giornate di sole.

Ad aggiudicarsi la vittoria del trofeo TELETHON sono stati:  CLASSE O-­2: SAPHIRA di Raffaele Archivolti, e per la Crociera ORASI’di Antonio Pica; CLASSE 3: SCUGNIZZA di Vincenzo De Blasio, e per la Crociera GEPPINA di Maurizio Sorrentino; CLASSE 4: SUAKIN di Francesco Golia, e per la Crociera VAGAMONDO di M. Raffaella Borriello; CLASSE MINIALTURA: ARTIGLIO di G. De Pasquale e A. La Pegna; CLASSE METEOR: STELLA FENICIA Scuola Vela LNI Napoli; CLASSE LIBERA 1: ITALIA  di Antonio Sisimbro; CLASSE LIBERA 2: VALENTINA di Giuseppe Merolla.

Ma l’essenza della vela resta nelle sensazioni che essa è in grado, sempre e comunque, di regalare. A prescindere dalle regate.

Sarebbe interessante, ad esempio, provare a descrivere cosa si prova a festeggiare l’arrivo del nuovo anno su una barca a vela, con lo sfondo del Vesuvio e del Castel dell’Ovo, brindando e guardando la città che esplode con i suoi mille fuochi d’artificio, assaporando quell’atmosfera unica e surreale che solo una situazione così straordinaria riesce a creare.

Sarebbe interessante, poi, provare a descrivere cosa si prova a veleggiare in quella meravigliosa giornata di sole che è stato il primo dell’anno, in compagnia di altre decine di velisti che, come da tradizione, si sono dati appuntamento in mezzo al mare per un brindisi al nuovo anno ed una “chitarrata”.

Potrei provare a descrivere tutte queste emozioni, ma…non avrebbe senso. Signori, tutto questo si può solo “vivere”. Viverlo a pieno, viverlo a fondo. Viverlo a pieni polmoni.

E forse così si riesce anche ad entrare un po’ più a contatto con sé stessi, con il significato autentico della propria vita.

Osservare dal mare calmo e silenzioso la folle frenesia della città, fa pensare a quanto sia troppo spesso altrettanto folle e frenetico il ritmo delle nostre stesse esistenze.

E allora, più che la speranza di un nuovo anno dalle emozioni intense come quelle appena provate, vi auguro ( e mi auguro) un 2012 che permetta di riuscire ad avere il “TEMPO” per godere e assaporarle, le emozioni. Perché forse è questo il senso della vela. E, chissà, forse anche un po’ della vita. 

Marilù Limone

 

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