Una insolita storia di Natale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel giorno che anticipa il Natale, quando i buoni sentimenti e i gesti d’amore si amplificano grazie ad un’atmosfera magica e fiabesca, una storia di calcio si avvicina a questi canoni “natalizi” concedendo alla maggior parte di noi speranze e un pizzico di ottimismo in più, facendoci riconsiderare l’animale-uomo che forse, in fondo, nasconde ancora elementi su cui è possibile costruire una speranza. Simone Farina, il calciatore del Gubbio che ha impedito la combine della partita col Cesena e permesso di smascherare la ramificata organizzazione di scommesse truccate, è diventato un simbolo. Proprio per questo il ct dell’Italia Cesare Prandelli ha deciso di convocarlo in Nazionale.”Gli dirò di venire a Coverciano ad allenarsi con noi, sarà un modo per ringraziarlo”, confida il ct colpito dalla storia di un calciatore che ha mantenuto la sua dignità di fronte a 200 mila euro, più del doppio di quanto percepisce per una stagione in serie B. Il 27 febbraio gli azzurri si raduneranno a Firenze per preparare l’amichevole di Genova contro gli Stati Uniti, l’ultimo e unico test prima che a maggio cominci il ritiro per l’Europeo. Farina ci sarà.  In poche ore, la pagina Facebook “Simone Farina in Nazionale per una partita” è andata in tilt, con migliaia di adesioni, sottolineaando in maniera evidente l’appoggio verso la scelta del Ct.  “Mi è piaciuto quello che ha fatto Simone – spiega il ct – perché ha dimostrato un grande coraggio e una forza interiore straordinaria. Adesso sta a noi non abbandonarlo perché un gesto come il suo, in un ambiente lontano dai riflettori, non è semplice”.E’ forse la prima convocazione “etica” della storia, che alcuni hanno appreso con eccessivo scetticismo, definendo il gesto del calciatore, di normale routine, come una persona onesta dovrebbe sempre fare, ma è pur vero che in una Italia figlia della sconfitta dei valori, sodomizzata da racconti di smisurato cinismo quando si parla di estorcere denaro e potere, un gesto come quello di Farina probabilmente ha la necessità di essere posto in primo piano, altrimenti daremo tutto per scontato, non meravigliandoci più di nulla, al cospetto di una vile realtà che tenderà sempre a peggiorare, orfana di storie di “purezza d’animo” come può esserlo questa di cui stiamo scrivendo. Puntuali, per dare conferma alle nostre senzazioni, le parole di Gigi Simoni, tecnico del Gubbio, ex Napoli, Inter, Torino e di molti altri club: «Simone ha fatto quel che doveva fare: una cosa normale – commenta Simoni -. Non riesco a definirlo un eroe o un fenomeno, perché altrimenti vorrebbe dire rassegnarsi al peggio e il calcio farebbe meglio a chiudere. Si sarebbe esposto ovunque ma voglio pensare che l’ambiente di Gubbio, con la tradizione di serietà della città, del club e dei tifosi, lo abbiano aiutato». Farina è una persona perbene, «un ragazzo stimato e apprezzato perché è un gran lavoratore». Un calciatore-operaio che s’è guadagnato un insperato premio azzurro. «Sono contento per lui, se lo merita – osserva Simoni -. Non solo per quel che ha fatto, ma anche perché si è sempre fatto apprezzare per impegno, onestà e professionalità, dentro e fuori campo. Quello di Prandelli è un gesto simbolico e significativo che trasmette valori positivi. Una decisione pienamente condivisibile, per dare un segnale forte».  Ci si auspica che altri affari loschi vengano fuori poichè lo stesso Simoni ammette che “ci sono ancora troppe situazioni precarie, con club che promettono e non mantengono, giocatori con ingaggi da 12-18 mila euro annui che non vedono un soldo e rischiano di cedere a brutte tentazioni pur di sbarcare il lunario. Non li giustifico ma li posso capire. Nessun alibi, invece, per chi gioca in B, in A o peggio ancora in Nazionale: chi di loro fa certe cose o è malato o è ladro“. Singolare il fatto che una storia come questa sia venuta fuori proprio nei giorni che precedono il Natale, come per spronarci a dare il meglio di noi stessi per essere sopratutto onesti, per dare un segnale che manifesti ad alta voce il senso di sportività che nel calcio, così come nella vita, ha bisogno di ritornare ad essere in auge. Grazie Simone !

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