Segreti, ricordi e sorrisi della Lady azzurra Caterina Aronica

Caterina Moltrasio, moglie di Salvatore Aronica dal 28 giugno 2003 dopo un anno e 8 mesi di fidanzamento. Lei stessa ricorda in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello sport, il giorno del suo matrimonio come il coronamento di un sogno.

Caterina e Salvatore di strada insieme ne hanno fatta parecchia. “Dove va lui, vado io –afferma la signora Aronica- Il sogno di Salvatore era quello di giocare a Napoli e qui ci troviamo. C’è però una squadra di cui porto un ricordo affettuoso ed è la Reggina: ho vissuto due anni bellissimi. Soprattutto per l’entusiasmo che aveva il  gruppo. Nel 2006 per esempio, dopo la penalizzazione arrivò la salvezza. Furono momenti emozionanti”. Condividono luoghi, gioie e ricordi i coniugi Aronica, ma soprattutto un figlio di 5 anni, Giovanni, e Greta, una bambina di pochi mesi.

Entrambi di Palermo, il loro amore nasce proprio nel capoluogo siciliano, complice un amico in comune che li presenta in un locale. Quell’incontro non lascia,tuttavia, il segno in nessuno dei due. Ma, il giorno successivo, mentre Caterina è ferma a un semaforo, viene abbordata da Salvatore, in scooter con un amico, e di lì a poco finiscono a bere un caffé insieme. In  quella circostanza, il suo futuro marito le chiede il numero di cellulare e da quel momento è sottoposta a un vero e proprio assedio da parte del difensore azzurro che la invita ripetutamente ad uscire, ma lei rifiuta. Non vuole proprio saperne di lui Caterina, condizionata dall’educazione impartitale dai genitori, poiché aveva avuto uno zio calciatore sul cui conto gliene erano state raccontate di tutti i colori, tanto da indurla a concludere che calciatore è sinonimo di  Don Giovanni. Non si fidava di Salvatore, ma poi si è ricreduta. Perchè lui non ha utilizzato nessuna tattica, gli ha mostrato il suo carattere di ragazzo genuino, semplice e dai sani principi, legato alla famiglia che gli ha inferto una buona educazione e valori ai quali è fortemente ancorato.

Appena arrivata a Napoli, Caterina è un pò preoccupata per tutto quello che è notoriamente conosciuto riguardo la città, che definisce bellissima, ma con tanti problemi. Ci hanno pensato le compagne degli altri calciatori azzurri ad aiutarla ad ambientarsi e a farla sentire subito a casa, prima tra tutte Cristina Cannavaro, con la quale ha un rapporto speciale. Descrive Cristina una ragazza eccezionale: madre esemplare, brava ragazza, buona amica. Insieme a lei e alle altre Lady azzurre, Caterina si organizza per andare allo stadio, affinché ai loro uomini non  manchi il loro supporto. Gradisce anche aprire loro le porte di casa Aronica per fargli apprezzare la sua cucina. Lo stesso Salvatore, infatti, la definisce una cuoca eccezionale e confessa che è costretto a prestare molta attenzione per fare in modo che la sua forma fisica non risenta dei suoi peccati di gola.

Caterina  confessa che il loro primogenito, Giovanni, ritorna a casa da scuola cantando le canzoncine su Lavezzi, che mostra un forte interesse per il calcio ed è lui stesso a chiedere di vedere le partite e di andare allo stadio. Gioca a calcetto con Adrian, il figlio di Cristina e Paolo Cannavaro. Forse perchè  desidera emulare suo padre, anche se non è ancora pienamente consapevole del fatto che il papà sia un calciatore. Infatti, durante una delle sue prime volte allo stadio, il piccolo Giovanni, come racconta divertita la stessa mamma Caterina, guardando il papà in campo si gira verso di lei ed esclama: “Guarda mamma… Aronica!” Per poi rendersi conto solo dopo che si trattava di suo padre.

Descrive il suo Salvatore come una persona gioviale, solare, dinamica, ordinata. Un perfetto uomo di casa che dedica molto tempo ai figli, li coccola e li vizia. Ha un carattere allegro, le parla solo di cose belle ed ama trascorrere il suo tempo libero con la sua famiglia in giro per la città a fare shopping o concedendosi lunghe passeggiate con i bambini.

Questo è quanto la signora Aronica dichiara su Mazzarri: “Mio marito lo stima molto.  è un professionista, dà carica, è un trascinatore e per mio marito ci vuole uno come lui”.

Confessa soprattutto che malgrado le difficoltà, le critiche e le contestazioni con le quali “il lucchetto palermitano” si è dovuto spesso confrontare, la gente li ha sempre rispettati. Non ha mai dovuto affrontare chiacchiere e pettegolezzi, anche perché, ci tiene a sottolineare, si sa difendere bene con le unghie e con il sorriso.

Luciana Esposito

 

 

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