Il Mattino Massimo Mauro: “Napoli a Cagliari svegliati e punta allo scudetto”

Calciatore, dirigente, deputato, opinionista televisivo. Massimo Mauro, 49 anni,  è stato ed è davvero tante cose insieme. Ha giocato con Platini, Zico e  Maradona, ha fatto il presidente del Genoa, ha compiuto l’esperienza di  Montecitorio per una legislatura e ora è uno dei volti più noti di  Sky.

Martedì era al San Paolo, dia un voto al Napoli?
“Promosso a pieni  voti, grande prova di maturità. Aggiungo, stranamente. Perché mai avrei  immaginato che la stessa squadra che tanto mi aveva deluso contro il Parma, in  tre giorni si sarebbe così trasformata”.

La Champions regala sensazione  super?
“È vero. Ma contro il Bayern il Napoli ha usato la testa. In  campionato spesso non succede. E questo ha già portato dei risultati negativi  che per fortuna degli azzurri non hanno avuto ripercussioni in Europa”.

Ci  spieghi.
“Non si può ogni volta giocare all’arrembaggio, attaccare a testa  bassa, pensare che buttando la palla in avanti si stia facendo la cosa giusta  solo perché di fronte si ha una piccola squadra. Bisogna avere quella maturità  di capire che in certe serate meglio sapersi accontentare del punto. Ai miei  tempi bastava uno sguardo agli avversari per fargli comprendere che era meglio  che si tenessero lontani dalla porta”.

In Europa c’è invece la  metamorfosi?
“Perché si affrontano formazioni di caratura superiore: e così  il Napoli può giocare senza pressioni, puntando sulle ripartenze. Che è un po’  quello che la squadra di Mazzarri preferisce”.

Il Napoli resta tra le  favorite per il titolo?
“Ma certo, insieme al Milan, perché corre. E corre  pure tanto. Solo non vedo ancora quel salto di qualità che mi aspettavo sotto il  profilo della personalità di qualche giocatore. Cosa che invece ha fatto Maggio:  sarà stata l’aria della Nazionale, ma è difficile vedergli fare la cosa  sbagliata durante la partita”.

Chi la sta deludendo di più?
“Inler e  Campagnaro. Lo svizzero fa delle cose che un centrocampista centrale non  dovrebbe mai fare, come prendere palla spalle agli avversari. L’argentino deve  fare meno dribbling: a volte esagera”.

Chi invece le piace?
“Vado  controcorrente: Gargano sbaglierà pure tanto, ma sa assumersi responsabilità in  ogni momento della partita. In certi momenti mi sembra lui il vero leader del  gruppo”.

Il Napoli va a Cagliari. A Mazzarri consiglia un po’ di  turnover?
“Sì, ma solo a patto che veda realmente qualcuno in difficoltà. Se  c’è un giocatore stanco, lo metta a riposo. Ma non cambi tanto per cambiare.  Cagliari è una trasferta delicata: il Napoli non può perdere altre gare in  campionato”.

Cosa fare quando si gioca una gara dopo l’altra?
“Come  facevamo noi: affidandosi all’invenzione dei campioni. Per questo Hamsik e  Cavani devono darsi una mossa, sono loro quelli con il tasso di classe superiore  e che in gare come quella di domenica posso far vincere la partita”.

Le piace  la rosa del Napoli?
“Sì, sia per qualità che in quantità. Il progetto di De  Laurentiis va avanti a gonfie vele”.

Non sono poche le alternative in  attacco?
“I grandi giocatori non vanno volentieri in panchina”.

Però lei  ci andava?
“Altri tempi. E comunque Mascara e Santana non sono due rincalzi  di bassa qualità”.

Gli obiettivi del Napoli?
“Ha tra le mani il passaggio  agli ottavi di Champions: col Manchester sarà decisiva e giocando al San Paolo  gli azzurri sono persino favoriti”.

Ha visto che pubblico?
“E lo dice a  me? Io ero abituato alle urla degli ottantamila, sono tra i pochi che non si è  impressionato a sentire quei boati contro il Bayern”.

Dopo Zico, Platini e  Maradona, con chi avrebbe voluto giocare?
“Hamsik. Per le mie  caratteristiche, con lui al mio fianco avrei fatto tanti di quei gol… non  poteva nascere venti anni prima?”.

Fonte: Il Mattino

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