Inter – Napoli: benvenuti al nord!

Milano, ore 20 e 45:  Cristian Recalcati attende il fischio d’inizio dalla tribuna stampa di San Siro e già canticchia “Pazza Inter, amala” perché ha letto le statistiche e sa che da 17 anni il Napoli non vince in casa nerazzurra.

Più in là un tifoso dell’Inter prende la sciarpa bicolore e la mette in mostra con le braccia alzate, ondeggia un po’ a destra e a sinistra, come stesse ballando un lento, e guarda con occhi di fuoco i terroni che gli stanno di fronte venuti a tifare la squadra avversaria.  Ogni tanto si volta verso lo zaino che tiene in spalla e grazie al suo olfatto infallibile accerta che la cotoletta alla milanese sia ancora lì : stanno i napoletani, nun se po’ mai sapè.

Poco distante un uomo sui quaranta alto e col fisico atletico, tiene sulle spalle il figlioletto che indossa la maglia numero 13 del suo idolo Maicon. Non sa che nella smorfia  il 13 porta bene: è il numero di Sant’Antonio.

In tribuna vip Massimo Moratti guarda fiero verso la panchina il suo nuovo tecnico Claudio Ranieri, sa di aver fatto un gran colpo, e nel mentre si passa la mano sul taschino della giacca: dentro ci tiene l’immagine di Sant’Ambrogio.

Intanto in casa Rossi hanno già finito di cenare. Sono seduti tutti sul divano, il panettone è già tagliato a fette, si aspetta solo di brindare con una bottiglia di Laurent – Perrier e poi tutti a letto anche se domani è domenica e non si lavora.

Milano, ore 20 e 45: Raffaele Auriemma attende il fischio d’inizio dalla tribuna stampa di San Siro e già canticchia “’O Surdato Nammurato” perché ha letto le statistiche e sa che da 17 anni il Napoli non vince in casa nerazzurra, che il 17 è il numero di Marekiaro Hamsik che ha annunciato che presto sarà di nuovo papà e che oggi è il compleanno di Mister Mazzarri.

Più in là un tifoso del Napoli prende la sciarpa azzurra e la mette in mostra con le braccia alzate, ondeggia un po’ a destra e a sinistra, come stesse ballando un lento, e guarda con occhi di fuoco i polentoni che gli stanno di fronte venuti a tifare la propria squadra del cuore.  Ogni tanto butta un occhio verso la frittata di maccheroni che tiene nella busta ai suoi piedi: sta a Milano, nun se po’ mai sapè.

Poco distante un uomo sui quaranta non molto alto con un bel po’ di pancetta, tiene per mano il figlioletto che indossa la maglia numero 22 del suo idolo Lavezzi. Sa bene che nella smorfia il 22 fa paura: è il numero “ d’’o pazzo”.

In tribuna vip Aurelio De Laurentiis guarda fiero verso la panchina il suo tecnico che oggi compie 50 anni “ma pare nu guagliunciello”, e nel mentre … non si muove affatto: sta già imprecando contro il vento che gli spettina i capelli.

Intanto in casa Esposito ancora devono cenare. Sono seduti tutti intorno alla tavola, le sfogliatelle stanno ancora chiuse nel cartoccio, si aspetta solo di brindare con una bottiglia di Gancia che ha portato la signora a fianco e poi tutti a Mergellina a mangiare il cornetto caldo perché tanto domani è domenica e non si lavora.

Ma ecco che Rocchi fischia il calcio d’inizio. Comincia lo spettacolo. L’ansia cresce per questo match che è più di un semplice scontro calcistico: è l’incontro di due culture, di due popoli ma sia il signor Rossi che il signor Esposito sono consapevoli che, in fondo, si è sempre più a sud (o più a nord) di qualcuno.

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