Baggio e Ronaldinho? No grazie, abbiamo Beto

Parte oggi una nuova rubrica, “Qui fu Napoli”: storie di uomini e calciatori che hanno contribuito alla storia del Napoli, nel bene e nel male…

 

Napoli, 1996.

Baggio e Ronaldinho in azzurro? No grazie, abbiamo di meglio.

Si può sintetizzare così l’esperienza napoletana, breve ma intensa, di Joubert Araujo Martins, meglio conosciuto come Beto.

Brasiliano, proveniente dal Botafogo, infiamma facilmente gli entusiasmi al suo arrivo da classico centrocampista offensivo.

Il suo primo gol non tarda ad arrivare, 29 settembre 1996, Sampdoria – Napoli: Beto prende palla sulla trequarti, supera un difensore doriano e lascia partire uno splendido sinistro che va insaccarsi nel sette avversario. E’ lo 0-1 fantastico e decisivo che fa scoccare l’affetto per il brasiliano.

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E’ l’inizio di un rapporto controverso, amore e odio in una quantità che solo Napoli è capace di dare: molte prestazioni deludenti, gol clamorosi divorati dinanzi alle porte avversarie e un caratterino non sempre comprensibile stentano a farlo classificare negli almanacchi partenopei.

Il primo gol al San Paolo arriva a novembre nel 4-2 al Perugia ma bisognerà aspettare addirittura il 15 maggio 1997 per rivederlo insaccare una palla in rete nella sconfitta all’Olimpico per 3-2 contro la Lazio.

Nel mezzo, però, la sua migliore partita con la maglia che fu di Maradona: il 26 febbraio 1997 è sua la rete che regala il pareggio, poi trasformatosi in vittoria ai rigori, nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter.

Il 1 giugno 1997, nell’ultima di campionato, sigla la rete decisiva contro quello stesso Vicenza che proprio in finale di Coppa Italia spense il sogno azzurro d’Europa dando vita, in qualche modo, alla rapida involuzione che portò il Napoli al fallimento.

Negli ultimi giorni di agosto Ferlaino, interrogato sulla sua probabile cessione e sul probabile arrivo di un certo Divin Codino in azzurro, dichiarò: “Beto resta al Napoli, è meglio di Baggio“.

Dopo qualche giorno il brasiliano fece ritorno in patria per giocarsi qualche chance in più in vista dei mondiali in Francia del 1998: il Gremio, in difficoltà economiche, propose alla società partenopea come contropartita tecnica una giovanissima promessa chiamata Ronaldinho.

Ferlaino lo bocciò e volle solo danaro.

Potevamo avere Ronaldinho e Baggio, abbiamo avuto Beto… e anche qui fu Napoli…

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