Alla faccia del fair play finanziario..

Inutile nasconderlo, l’UEFA è rimasta perplessa dal comportamento di diversi top club europei nell’ultima finestra di mercato, spese folli da parte di Chelsea e Liverpool e di altri club inglesi, spagnoli e italiani non sono passate inosservate. Un importante giornale economico, Milano Finanza, ha fatto una verifica applicando i criteri del FFP (Financial Fair Play) ai bilanci delle prime 10 classificate dei principali campionati europei: risultato?? Ad oggi sarebbero fuori dalle Coppe Milan e Inter in Italia, Liverpool, Chelsea e Manchester City in Inghilterra e Barcellona in Spagna. E questo per rimanere solo ai nomi più altisonanti. 
Tanto è vero che stamane l’organizzazione calcistica europea ha pubblicato un comunicato ufficiale piuttosto eloquente (clicca qui per leggerlo) che afferma in sintesi che l’UEFA non è contraria all’effettuare spese per l’acquisto dei calciatori, purchè a fine stagione i conti siano in ordine. Il commento sarcastico rilasciato da Galliani alla stampa qualche giorno fa sul FFP  è stato emblematico di come i club continuino a non occuparsi seriamente della questione al di la’ delle dichiarazioni di facciata.
A questo punto gli scenari possibili sono diversi, il primo è che le società mettano in ordine i bilanci e la stagione 2013/14 vedrà al via in Europa i soliti noti, al contrario sarebbe possibile che i club non operino in questa direzione e finiscano esclusi dalla massima competizione europea per club. Ma c’è una terza via che tanti paventano come possibile arma di ricatto ai danni dell’UEFA per farla recedere dai propri propositi bellicosi in materia finanziaria, e ipotizziamo per gioco che davvero che si concretizzi questa terza via, ovvero la nascita di una Super Lega Europea, dove i top club europei giochino tra loro generando una vera e propria montagna di soldi (sottratti ovviamente ai campionati nazionali). Insomma si tratterebbe di una sorta di NBA calcistica in versione nostrana. Sembra affascinante, senz’altro, sembra una svolta epocale, eppure si sottovaluta un dettaglio nel prospettare questo scenario, ovvero che l’NBA non è certo il paradiso dei debiti, e che anzi le squadre sono sottoposte a un rigido regime economico, con un tetto massimo di spese per il salari (che si può sfondare pagando una salatissima Luxury Tax, ovvero per ogni euro che spendo oltre il limite pago un euro di tassa extra) e controllo del debito.
Praticamente si finirebbe col limitare di molto l’impatto di sceicchi, magnati e papponi vari. Ossia quel che punta a fare lo stesso FFP.
C’è davvero dunque una soluzione alternativa al darsi una regolata sui conti e a impostare un calcio finanziariamente sostenibile? Noi riteniamo di no, ma basterà attendere 18 mesi per scoprirlo.

Andrea Iovene

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