Il fischietto avvelenato

Non c’è che dire, questo campionato non delude mai, forse non sarà esaltante dal punto di vista dello spettacolo in campo, forse non lo sarà dal punto di vista dell’aplomb dei protagonisti, ma non si può certo dire che sia un campionato per deboli di cuore. Tante le gare che si risolvono nell’ultimo quarto d’ora di gara, e tante quelle decise da azioni controverse che generano un mare di polemiche, insinuazioni e talvolta anche insulti.
Certo, si dirà, come si fa a non vedere questa o quell’azione enorme?
Ma io dico che si può, un arbitro è in fondo il ventitreesimo atleta in campo insieme alle due squadre e come loro è soggetto a commettere errori propri della condizione umana. Un arbitro può sbagliare, è chiaro, ma commetterà sempre un numero di errori infinitamente minore rispetto a ogni singolo giocatore delle due compagini che si affrontano, e allora perchè non entrare in un’ottica nuova dove l’errore non è più necessariamente ragione di complotto, ostilità o tentativo di rapina, ma semplicemente l’ennesimo fattore del gioco del calcio?

Gioverebbe a tutti un clima più disteso, probabilmente anche gli arbitri che, meno esasperati, sbaglierebbero meno.
Perchè poi in fondo, quando scatta il triplice fischio, la partita è finita, per tutti..

Andrea Iovene

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » Il fischietto avvelenato

Impostazioni privacy